Condannato per furto in primo grado, fa ricorso e in appello il giudice blocca l’azione penale “per mancanza della condizione di procedibilità”. E così, dallo scorso 23 settembre, il trentasettenne Felice Baldussi, di Sestu, è un uomo libero. I fatti: nel 2020 i carabinieri, stando a quanto riportato in una nota ufficiale, arrestano Baldussi con l’accusa di furto: l’uomo, armato di tronchesine, si sarebbe impossessato di circa dieci chili di cavi di rame dall’ex ospedale di Iglesias, in piena campagna. I militari, nella sua abitazione, trovano altri sei chili di cavi e tubi dello stesso materiale. L’uomo finisce ai domiciliari e, successivamente, in tribunale. Il 23 aprile 2023 la condanna in primo grado. Ma il trentasettenne non ci sta e si affida all’avvocato Ignazio Ballai. Si arriva all’appello e tutto viene ridimensionato: non c’è nessuna aggravante e “non si può procedere in quanto l’azione penale non può essere proseguita per la mancanza della condizione di procedibilità”, così il giudice. Fine del processo.
“Il mio assistito era accusato di furto di rame ma è caduta l’aggravante del furto procedibile d’ufficio, resta quindi il furto semplice. Senza una querela il giudice ha ritenuto che non si dovesse procedere, da qui l’assoluzione. Sono molto soddisfatti che in Appello siano stati accolti i motivi e le ragioni proposte dal mio studio legale. A Felice Baldussi auguro una vita più serena”. L’uomo, che oggi lavora nel settore automobilistico, aggiunge: “Quel giorno sono capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato”.