Emergenza sanità a Uta, 1400 cittadini da due mesi stanno lottando per riavere un medico di famiglia fisso. Un’odissea che va avanti da tempo, da quando la dottoressa Giorgia Quesada non ha più potuto garantire una presenza fissa nel suo ambulatorio di via Stazione. C’è stato un via vai di sostituti, nessuno però è rimasto a lungo o ha potuto garantire una presenza costante. La rabbia è tanta tra i pazienti rimasti senza un punto di riferimento certo per un consulto o una ricetta. Tra loro c’è Roberto Loche, 47enne disoccupato: “La settimana scorsa negli ambulatori stracolmi ci sono stati anche dei litigi, gli altri dottori non possono sobbarcarsi anche chi non seguono. Sto aspettando di farmi devitalizzare un molare, ho due alternative: andare sino a San Sperate o rivolgermi ad un dentista privato e spendere ben trecento euro, una cifra che non mi posso permettere”. denuncia Loche. Che si fa portavoce anche degli altri utesi rimasti senza medico: “Ci sono tanti anziani che non possono, per un consulto medico o una ricetta, spostarsi in altri paesi”.
“Lancio un appello alle istituzioni. Comune e Regione devono garantirci, al più presto, un medico di famiglia fisso. Stiamo tollerando, da ormai troppo tempo, tantissimi disagi”.












