Ha visto gli operai in azione, poi è tornato dopo poche ore e ha fissato quell’attraversamento pedonale, finalmente rialzato, tra un negozio cinese e una scuola. E i suoi occhi, per qualche istante, sono diventati lucidi. Paolo Serra, in quel punto maledetto di via Fiume a Quartu, due anni fa ha perso la sorella. Elisabetta, avvocatessa quartese molto nota, se n’era andata a 47 anni dopo sei giorni di agonia al Brotzu: era stata travolta da un’auto, aveva lottato nel reparto di Rianimazione del più grosso ospedale sardo ma, alla fine, il suo cuore si era fermato per sempre. Una tragedia ancora bene impressa nella memoria di tantissimi quartesi, anche per la decisione della famiglia di Elisabetta Serra di donare i suoi organi. A due anni dall’incidente mortale, oggi anche quel tratto di strada è più sicuro. La Giunta Milia è riuscita a trovare i denari per mettere in sicurezza tante arterie cittadine: “Meglio tardi che mai”, commenta Serra, conosciuto a Quartu anche per essere il gestore del gruppo, seguitissimo su Facebook, di “Quartu e dintorni tra tradizione, arte e turismo”, una vera e propria agorà virtuale dove, però, commenti e notizie sono reali.
“Nel punto dove mia sorella Elisabetta ha trovato, purtroppo, la morte, sono state investite negli ultimi due anni anche altre persone. Una, addirittura, era finita in coma per un mese”, ricorda Serra. “Meglio tardi che mai, so benissimo che il Comune ha una certa disponibilità di fondi che non è infinita. Ora, però, visto che via Fiume è una strada dove ancora tutti gli automobilisti corrono, chiedo che il Comune faccia un ulteriore passo in avanti alla voce sicurezza”. Quale? “Istituisca il limite di 30 chilometri orari, per fare in modo che nessun’altra famiglia debba piangere per la perdita di un caro”.












