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“Nelle feste mari e monti affollati, ma carrelli della spesa vuoti”. Così, provocatoriamente, i sindacati hanno annunciato lo sciopero dei lavoratori dei negozi e dei centri commerciali in Sardegna. Milazzo, Atzori, e Ardau, i tre Segretari Generali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTuCs Sardegna, considerato che, “molte aziende del settore, indistintamente della piccola, media e grande distribuzione commerciale, intendono ancora una volta garantire l’apertura nei giorni 21, 22 e 25 Aprile e 1 Maggio, Pasqua e festività nazionali”, si legge nel comunicato sindacale, “hanno proclamano lo sciopero per l’intera giornata in dette giornate per tutti i lavoratori operanti nelle aziende del settore commercio dell’intera regione; sciopero del settore che coinvolgerà i 15 mila addetti sardi del settore.
Iniziativa di lotta”, si legge, “volta a ribadire la totale contrarietà alle aperture nei giorni festivi, oramai uniche occasioni per gli addetti del settore di ritrovarsi in famiglia.
La vita perennemente attiva, l’eccesso di consumismo e il Decreto di liberalizzazione del settore di Monti, hanno portato gli addetti del settore a dover lavorare per appena 15 euro lordi ogni domenica e tutte le festività, in previsione, per il 2019 con ben 58 aperture festive e domenicali.
Va ricondotto ad equilibrio, questa curiosa situazione dove il commercio è scambiato per un servizio pubblico essenziale”.
“Chiediamo al neo Assessore al Commercio Gianni Chessa un intervento in tal senso, – affermano Milazzo, Atzori e Ardau – per riportare al senso originario il servizio commerciale anche nell’interesse degli addetti, ormai vittime incolpevoli di un consumismo che svuota i mari e i monti a favore dei centri commerciali affollati di clienti anche nei giorni di festa.”