Doddore Meloni, tanti sardi indignati: “Morto per un’Isola libera”

La cartella clinica di Doddore Meloni è stata sequestrata nel primo pomeriggio di oggi: la causa del suo decesso sarebbe un infarto acuto. Ma al di là dell’inchiesta che parte, mai come stavolta esplode la protesta in tutta la Sardegna dopo la morte di quello che viene definito “l’ultimo indipendentista sardo”.


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di Jacopo Norfo

La cartella clinica di Doddore Meloni è stata sequestrata nel primo pomeriggio di oggi: la causa del suo decesso sarebbe un infarto acuto. Ma al di là dell’inchiesta che parte, mai come stavolta esplode la protesta in tutta la Sardegna dopo la morte di quello che viene definito “l’ultimo indipendentista sardo”. Il caso diventa nazionale, il dibattito si fa acceso sulla situazione delle carceri e sulla necessità di tenere in carcere sino all’ultimo Doddore Meloni, che aveva dato vita a un estenuante sciopero della fame e della sete. Sono tante, oggi, le reazioni indignate. Si parla di pietà umana, soprattutto. “Mi viene da pensare che Doddore fosse veramente in buona fede. Gli oltre 40 giorni di sciopero della fame e della sete ne sono la dimostrazione. Non si doveva arrivare a tanto”, afferma il capogruppo di Fi a Cagliari Stefano Schirru. “Sono pietrificata”, è la reazione eloquente su Fb di Cristiana Velluti. Mentre Piergiorgio Massidda mette il dito sulla piaga, affermando di “vergognarsi delle istituzioni per la tragica fine di Doddore Meloni”.

Doddore diventa un eroe, un simbolo della Sardegna morto nell’eterno conflitto degli indipendentisti con lo Stato. ” Un uomo eccentrico, ironico, spiritoso. Drastico. Difficile. Un omone gigante davanti a me. Un uomo politico che difendeva le sue idee, anche attraverso la caricatura di se stesso. E non capivi mica sempre se parlasse seriamente. Un uomo che ha commesso errori chiamati reati, pagandone la pena ad un prezzo che non avrebbe dovuto costare tuttavia l’umanita.
Ciao Doddore, sempre Meris in domu nostra!”, il commento della giornalista Cinzia Isola. Ma le voci di una protesta che sembra davvero unire l”Isola sono tante. Gianfranco Angioni, sindacalista del Brotzu, aggiunge: “Mi auguro che qualcuno si renda conto che quest’uomo poteva ancora rimanere in vita. Ho voluto rendere omaggio a Doddore Meloni, mi ha colpito la dignità e la fierezza della moglie. Penso che da diverse parti politiche sarà valutato piu’ da morto che da vivo, con annessa demagogia e falsità”, e chi può dire il contrario?

Ermelinda Delogu parla a nome dei sardi idigniati e afferma : “Volevamo con brevi e chiare parole manifestare tutta la nostra contrarietà per l’accanimento dimostrato dallo Stato italiano verso un uomo che si era “macchiato” dell’unico reato di voler vivere in una terra libera così come lui vedeva la Sardegna.

Rincorrere i propri ideali e manifestare senza violenza le proprie idee è da sempre stato sinonimo di democrazia, ma , qui, noi oggi, stimo vivendo il risultato di una forma di dittatura politica e sociale senza eguali. Con la morte di un cittadino innocente , la Sardegna vive un dramma che da popolo libero non può e non vuole accettare. Doddore Meloni resterà per tutti i sardi il simbolo di una violenza gratuita messa in opera da uno Stato ipocrita che voleva riconoscere umanità a chi ha ucciso esseri innocenti , negandola a chi non ha mai ucciso nessuno”.

E Andrea Matta, giornalista di Radio Golfo degli Angeli, lo ricorda così: “Era il gennaio 2013. Per una serie di interviste in vista delle elezioni politiche intervistaii anche Doddore Meloni. Ero convinto che mi desse buca e invece arrivò cinque minuti prima trovando lo studio al primo colpo: “Per anni ho fatto l’autotrasportatore, sono abitato ad arrivare puntuale”. Per quindici minuti parlò a ruota libera di Sardegna e della storia della nostra isola, di Malu Entu e di Meris.Ci ricorderemo di lui perché era un personaggio pittoresco (come dicono quelli bravi) ma ha portato avanti le sue idee fino alla fine”. Questa fu la sua intervista a Radio Golfo degli Angeli.

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