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Il giornalista Vito Biolchini non ci sta. E in un lungo articolo sul suo blog rompe il silenzio sulle diffamazioni subite dal blog Untore. A pochi giorni dalla notizia che due persone (Sergio Abis e Maurizio Feo) sono indagate per la diffamazione del blog anonimo che ha colpito tantissimi archeologi e diversi giornalisti, Biolchini in un lungo post traccia il bilancio di questa vicenda sconcertante. Ecco alcune parti dell’articolo che potete leggere integralmente al link http://www.vitobiolchini.it/2015/11/29/prima-ainis-poi-luntore-non-so-chi-mi-ha-diffamato-ma-so-il-perche/.
“Perché sono stato attaccato in questo modo? E da chi?
Certamente non poteva sfuggirmi che quasi sempre finivo nel mirino degli anonimi diffamatori dopo che, su questo blog, criticavo l’operato dell’amministrazione cagliaritana di centrosinistra. C’era una evidente correlazione tra le mie analisi e l’azione di discredito, correlazione che peraltro avevo già notato in precedenza, operata da un altro blog anonimo, quello a firma del sedicente Gabriele Ainis.
Nel famoso “blogghino”, con l’evidente compiacimento della sinistra governativa cittadina, il sedicente Ainis aveva ad esempio provato a difendere Zedda nei mesi caldi del caso Crivellenti (che per inciso scopro oggi essere, secondo Sardinia Post, “vittima di una campagna denigratoria”: però sarebbe stato interessante leggere nell’articolo in questione i nomi di chi questa campagna l’avrebbe orchestrata e perché, altrimenti il risultato è che si iscrivono automaticamente, e irresponsabilmente, nel novero dei mestatori d’odio, quelle persone che quella nomina l’hanno contrastata con solidi argomenti e a viso aperto).
Ad Ainis venivano girati informazioni di evidente provenienza politica, per cercare di arginare la ricaduta dei ragionamenti pubblici che io in questo blog proponevo ai miei lettori. Il resto lo facevano le solite offese, nel tentativo evidente di screditare la mia professionalità, di ridicolizzarmi, per togliere, attraverso un blog anonimo, peso alle mie argomentazioni.
Il rapporto tra l’anonimo e l’area politica che lo ha adottato per i suoi lavori sporchi è stato così smaccato che un noto esponente della sinistra governativa cagliaritana si è vantato pubblicamente e a più riprese non solo di conoscere l’identità di Ainis, ma anche di averlo addirittura incontrato. Sarebbe interessante, ai fini dell’indagine in corso, avere anche la sua testimonianza per scoprire se Ainis e l’Untore fossero la stessa persona (e io penso che lo sono).
Tramontata la stella di Ainis, è arrivato l’Untore. La battaglia di fondo era sempre la stessa: colpire chi ritiene che la cultura e l’identità sarda abbiano una loro propria specificità e difendere, in ambito archeologico, la supposta ortodossia dell’accademia e delle soprintendenze. Solo che i difensori della “verità ufficiale” colpivano nell’ombra mentre gli altri non avevano paura di esporsi con nomi e cognomi. Incredibile, vero?
Le vittime designate sono state inizialmente poche, una in particolare: Antonello Gregorini, tra i fondatori di Nurnet. Io non so in che modo Antonello potrà mai essere risarcito delle terribili falsità che l’Untore ha riversato su di lui, cercando di colpire la sua credibilità, la sua reputazione, la sua dignità. E fa specie che un giornale molto diffuso come La Nuova Sardegna pochi mesi fa abbia preso spunto dalle “critiche” dell’Untore per scrivere un articolo su Nurnet: pure questo abbiamo dovuto subire”.