E’ stata un’audizione all’insegna delle proposte e dell’analisi normativa quella tenuta dalla Presidente di Progetto Donna Ceteris, Silvana Maniscalco, in sede di Commissione Affari Costituzionali e Giustizia, alla Camera dei Deputati, sul problema della violenza di genere.
“La nostra presenza in questa sede istituzionale – ha dichiarato la rappresentante del Centro Antiviolenza di Cagliari – non può che iniziare da una testimonianza di grande valore rispetto alla recente approvazione, ad opera del Consiglio Regionale della Sardegna, di una legge importante contro la violenza e lo stalking. Un intervento che allinea la nostra Regione alle disposizioni del Decreto legge varato dal Governo Letta, frutto di un lavoro condiviso e fortemente partecipato col territorio”.
La Maniscalco ha poi esposto una dettagliata illustrazione sui rilievi critici riscontrati nel provvedimento dell’Esecutivo Nazionale “Va detto – ha spiegato – che molti dei provvedimenti contenuti nel Decreto contro il femminicidio appaiono sostanzialmente importanti, oltre che di meritevole interesse. Ma molti altri invece sono da migliorare. Va rafforzato ad esempio il sostegno ai Centri Antiviolenza. La situazione oggi continua ad essere difficile: tanto per ragioni finanziarie quanto per ragioni di sicurezza. Al punto che, molti centri, sono costretti anche alla chiusura. Spesso, presi di mira da atti intimidatori, come nel caso del centro antiviolenza di Olbia ”Prospettiva Donna” nell’agosto scorso.
E’ dimostrato, invece, che laddove esistano centri Antiviolenza forti, si allontana la paura, si rafforza la volontà di rompere le complicità con la violenza e aumentano le denunce”.
Non solo. Per la Presidente Donna Ceteris manca ancora un approccio culturale al problema della violenza di genere. “I nostri governi continuano a considerare la violenza contro le donne solo come una questione di ordine pubblico, o la causa di ‘allarme sociale’, invece si tratta più propriamente di un problema culturale. Che ha le sue radici nella scuola, nella sfera educativa, nell’approccio pedagogico alle prime forme di relazione interpersonali. Occorre, in questo senso, la costruzione di una rete che coinvolga tutti i principali soggetti della società civile: politica, istituzioni, scuola, ospedali, associazioni, università.
In ultimo una proposta. Per la Maniscalco, “I passi avanti che lentamente si stanno compiendo in termini normativi, vanno accompagnati da ulteriori e paralleli progressi che riguardano il modo in cui si tratta e si maneggia il tema della violenza, su un piano linguistico, contenutistico e mediatico. Serve, dunque, sia un tavolo comune fra Centri Antiviolenza, organi di informazione, associazioni, mass media e soggetti di comunicazione: una plenaria didattica fra operatori del settore, finalizzata alla stesura di un vocabolario terminologico e concettuale che codifichi il lessico e l’etica del “parlare di violenza”.
Obiettivo: trasmettere una consapevolezza più forte alla società, diffondere messaggi nuovi tra le nuove generazioni, e non essere più sotto scacco di fuorvianti campagne pubblicitarie, dalle quali, spesso, “l’immagine della donna, fuoriesce distrutta”.