Alla fine hanno ceduto. Loro, le guardie particolari giurate della Nuova Sicurvis, stanche di non ricevere gli stipendi da mesi, sofferenti perché impossibilitati moralmente (almeno come accadeva all’inizio) a non lasciare scoperti i presidi ospedalieri, guardie mediche Asl e utenze ad alto rischio, ma l’epilogo è davvero drammatico: senza remunerazione da mesi, con famiglie a carico, mutui e spese di routine, tutto è in salita e la pazienza si tramuta in esasperazione. La notizia ufficiale arriva dal segretario regionale Unal Sardegna, Efisio Atzeni: un annuncio breve, conciso, ma che decreta di fatto le braccia incrociate dei dipendenti della Nuova Sicurvis di Via Volturno a Cagliari, dalle ore 6 del 30 maggio 2016 (lunedi) fino alle ore 6 del giorno dopo (31 maggio 2016, martedi). Un segnale, un ultimatum, il grido di dolore dei metronotte armati che non ce la fanno più a sopportare questo calvario. Da mesi.
UNAL. “Lo sciopero indetto da questa organizzazione Sindacale è nell’interesse di tutti i lavoratori anche per quelli non iscritti all’UNAL – si legge sul sito web del sindacato – i quali possono aderire tranquillamente senza alcun timore, affinchè si dia un forte segnale di compattezza tra i lavoratori all’azienda che da anni calpesta i loro più elementari diritti tra i quali, il più importante è quello di percepire lo stipendi con certezza e regolarità, cosa che non avviene da anni e che costringe i lavoratori a chiedere sostentamento economico ai loro parenti per poter comprare un pezzo di pane per i loro figli e per poter mettere il carburante necessario per raggiungere il posto di lavoro. Chiediamo anche alle altre sigle sindacali in particolare alla U.G.L. di aderire ufficialmente inviando alla Commissione Garanzia l’atto di adesione allo sciopero e di invogliare i loro iscritti a partecipare. E’ il solo modo per interrompere questo ciclo indecente di assenza della Azienda nel riconoscere e rispettare i diritti delle G.p.G. che prestano la loro opera all’Azienda senza peraltro essere retribuiti regolarmente. Possibile che bisogna ricorrere agli scioperi o denunce? Possibile che bisogna ricorrere alle istituzioni per costringere l’Azienda a dare il dovuto ai suoi dipendenti? Una situazione che si ripete costante nel tempo”.
LA DISPERAZIONE. Non sono serviti i vari interventi conciliatori e gli incontri tra la Prefettura e il direttore della Nuova Sicurvis, Orfeo Pisu e i sindacati che si sono avvicendati sulla vertenza: una novantina di gpg (guardie particolari giurate), non ricevono il salario da alcuni mesi, stando all’eco delle proteste di via Volturno, la disperazione ha superato i limiti della sopportazione. Ma non è tutto: da sempre i vigilantes hanno garantito comunque per dovere morale e pfofessionalità la sorveglianza ed il piantonamento di varie utenze, guardie mediche in capo all’Asl 8, reparti ospedalieri a rischio, (tra cui Infettivi, SerD, tanto per citarne alcuni), oltre alle ronde consuete giornaliere svolte con le pattuglie che “punzonano” negozi, fabbriche e supermercati dell’hinterland cagliaritano. Per molti dipendenti è diventato impossibile anche mettere benzina per recarsi al lavoro, situazioni imbarazzanti per coloro i quali indossano divisa, distintivo e pistola e si ritrovano a convivere col malessere nel presiedere e sovrintendere incarichi di sicurezza ad alto indice di rischio.
LE BATTAGLIE DELL’UNAL. Le parole di Efisio Atzeni (Unal) sono infuocate: “Facendo seguito all’incontro avuto nella sede istituzionale della Prefettura – scrive – a fine dibattito l’azienda Nuova Sicurvis chiedeva e prometteva, un suo fattivo intervento atto a rimuovere le problematiche sollecitate e presentate dalle OO.SS. (UNAL e UGL) nanti i dottori Dr.ssa Garau e Dr.Oggianu, rappresentanti S.E. il Sig Prefetto, a fronte di una nostra rinuncia momentanea allo stato di agitazione e alla cessazione programmata dell’azione di raffreddamento. L’Azienda come suo solito mancava alla parola data e all’impegno preso con noi OO.SS. e con i rappresentanti la Prefettura”. A seguito di ciò, e di tutti gli altri interventi che l’UNAL ha attivato e programmato, ritenendo l’Azienda scorretta, mancante di rispetto verso tutti i suoi dipendenti, sorda alle loro problematiche reali e delle loro rispettive famiglie, problematiche che lei stessa ha creato con le sue scelte. Per cui a breve proclameremo uno sciopero, e per tutte le seguenti motivazioni:











