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Operai in tuta blu, scope, rastrelli e decespugliatori, ma anche tutto “l’occorrente” per raccogliere le siringhe, separare e differenziare i cumuli di rifiuti ed eliminare i pericolosi nidi di vespe. Ai residenti di via Mandrolisai e via Campeda quasi sembrava un sogno, ma era tutto vero: questa mattina, alle 8, le squadre dei cantieri regionali, coordinati dagli uffici comunali competenti, si sono messi finalmente all’opera e hanno ripulito quell’enorme spiazzo della vergogna da troppo tempo lasciato miserabilmente a degrado. Un quadrato di campo sterrato comunale che agli occhi dei cittadini rappresentava uno sconcio, con il pericolo anche dei roghi per via delle erbacce disseminate ovunque. Non solo, oltre ad essere un ricettacolo di sporcizia e incuria, ogni giorno quel luogo quasi invisibile dalle strade principali è meta dei tossici che si bucano senza alcun ritegno, lasciando le siringhe sporche di sangue per terra.
D’altro canto, non si può nemmeno evitare di guardare sul lato opposto del vicolo chiuso, dove la piscina mai inaugurata (doveva essere la punta di diamante per riqualificare l’area), è un colpo in un occhio per questo quartiere già di per sé “difficile”: una recinzione (se così si può definire) delimita l’asfalto di quel budello di strada senza uscita, dove spesso le fogne e le rispettive caditoie non vengono nemmeno ripulite, dove qualche operatore ecologico in più non guasterebbe per far felici gli abitanti del rione. Per ora è un piccolo traguardo, ma non basta: il nostro giornale in queste settimane ha denunciato queste vergognose situazioni, qualcosa si è mosso, ora l’auspicio è che si prosegua con interventi risolutori anche per arginare il fenomeno delle incompiute sempre più evidenti in città.
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