Il complesso fieristico di viale Diaz, agli occhi del cronista, appare visibilmente trasandato, abbandonato a se stesso da svariato tempo: nelle immagini dei giorni scorsi, la situazione non è certamente bella da vedere, transenne un po ovunque, padiglioni che spogli e vuoti appaiono orfani di un’adeguata manutenzione. Già, proprio ciò che è stato detto da più parti sulla vera assenza di un’adeguata tavola rotonda tra chi dovrebbe farla rinascere: un altro argomento ugualmente collegato a questa attuale “cattedrale nel deserto”.
IL SINDACATO. Sbottano anche i sindacati, “La fiera dell’inadeguatezza politica”. Ad affermarlo è il segretario generale della UIL-TuCS, Cristiano Ardau, che rappresenta i dipendenti del Centro Servizi Promozionali per Le Imprese e dell’ex Ente Fiera: “La primavera oltre che le rondini, porta sempre queste polemiche sterili pre Fiera Campionaria – dic Ardau – più che dire che la Fiera Campionaria non risponde più ai tempi moderni, va detto che manca da tempo un serio piano di rilancio dell’attività fieristica e dell’Ente; questo è il vero punto. Come non si capisce ancora cosa si vuol fare dei 10 ettari del quartiere fieristico. I problemi oggi sono raddoppiati dopo la chiusura dell’Ente Fiera con la sua incorporazione nel Centro Servizi Promozionali Per Le Imprese, sempre della Camera di Commercio; tanto fare per poi esser di nuovo al punto di partenza”.
IL DECLINO. “E’ da anni che come sindacati denunciamo la situazione disastrosa, l’indeterminatezza e l’inadeguatezza sul governo l’Ente – afferma l’esponente della Uil-Tucs – non ci ha ascoltato nessuno e forse erano necessarie iniziative sindacali eclatanti e di impatto che avrebbero scomodato i più. Forse, dato il fallimento che oggi si registra, è arrivato il momento di portar nel Centro Servizi, nuove competenze manageriali all’altezza delle sfide, fuori dalle solite nomine. I risultati sono agli occhi di tutti; un lento declino che oggi getta ombre sul futuro del Centro Servizi per le imprese”.
IL DIALOGO CON L’ENTE. Sbotta ancora Cristiano Ardau: “Abbiamo incontrato la Dirigenza del Centro Servizi per le Imprese che denuncia di essere senza alcun potere e senza un Direttore a tempo pieno, con l’impossibilità di nominare un manager all’altezza del compito. Abbiamo incontrato De Pascale, che ci ha comunicato che la Camera di Commercio non è la sede appropriata per parlare del Centro Servizi Per Le Imprese e che questo ha tutti le autonomie e gli indirizzi utili per un suo rilancio; siamo davanti ad uno scarica barile inaccettabile.Che si dicano con chiarezza le intenzioni, i progetti e le ricadute, e che nella discussione non siano estromesse le Organizzazioni Sindacali; tra gli attori della vicenda ci sono anche i lavoratori e le Organizzazioni Sindacali. I lavoratori hanno già rinunciato ad un pezzo di salario integrativo in favore di un rilancio delle attività che però non è mai arrivato”.
IL CONFRONTO. “Sollecitiamo da tempo, dal 2013, un confronto serrato sul destino dell’attività fieristica e ora del Centro Servizi Per Le Imprese; prima con il Presidente Ignazio Schirru, poi con i vertici della Camera di Commercio Giancarlo Deidda, successivamente con la Commissaria Prof. Paola Piras, per ritrovarsi al punto di partenza con la querelle sulle competenze; serve un confronto non più rinviabile. Che si debba metter mano al declino della Fiera dell’ultimo decennio è chiaro a tutti; ma i lavoratori non devono pagare lo scotto più caro”.
IL DA FARSI. “Occorre più autonomia del C.S.P.I. con un Presidente che svolga pieni poteri – avverte Ardau – la possibilità di nominare un Direttore a tempo pieno, nominare per un anno, in via sperimentale, un manager del settore, avviare interventi per riqualificare il quartiere fieristico, ammodernandolo, metterlo in sicurezza e condensandolo in spazi più funzionali, dare una significato moderno alla Fiera Campionaria e ad altre fiere tematiche, per valorizzare il territorio, mettere a rete le imprese, cogliere le eccellenze ad’oggi insfruttate, avviando una nuova stagione di offerta dei servizi del C.S.P.I. che guarda oltre la Sardegna, ma all’Europa e ai paese internazionali, ricorrere ad interventi formativi ad hoc per il personale per renderlo pronto alle nuove esigenze del C.S.P.I., avviare un controllo di gestione rigoroso che da un lato combatta i mancati guadagni, il proliferarsi di costi aggiuntivi non imputabili al C.S.P.I., incrementi il fatturato esterno, senza pregiudizi per il bilancio. Non staremo con le mani in mano – conclude Ardau, Uil-Tucs – a fare solo i notai e gestire i licenziamenti causati da altri per assoluta inadeguatezza politica; difenderemo un pezzo di storia, gettando oggi le basi, per il futuro del Centro Servizi per Le Imprese”.











