La regione scommette sul matrimonio Selargino. “Abbiamo stanziato centomila euro per questa edizione, e altrettante risorse sono pronte per i prossimi due anni”, l’annuncio dell’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa parte dalla chiesa di San Giuliano. “Sto già lavorando anche sul decreto per inserire la manifestazione nel registro dei grandi eventi identitari”. Ma non è l’unico assessore che durante la presentazione ufficiale dello sposalizio 2023 ha mostrato interesse per un evento che, come ribadito dal sindaco Gigi Concu, “non ha data e riesce sempre a emozionare come fosse la prima volta”. E Valentina Plaitano e Lorenzo Atzeni, i futuri sposi di questa edizione, lei commessa ventenne e lui parrucchiere 25enne, ne sono la conferma vivente. “Il turismo e questa manifestazione hanno un’importanza fortissima nella creazione del lavoro”, sottolinea Ada Lai, assessora regionale al Lavoro e all’Immigrazione. “Abbiamo finanziato un bellissimo progetto che ci vedrà esportare in tutto il mondo le grandi tradizioni identitarie della Sardegna. Una di questa sarà il matrimonio selargino”. La presentazione del programma spetta allo storico presidente della Pro Loco, Gianni Frau. “La formula scelta è quella degli ultimi anni, con le tappe immancabili del rito: Sa Cantada a is piciocas e Su trasferimentu de is arrobas. Più una serie di eventi che accompagneranno i due giovanissimi futuri sposi a pronunciare il fatidico “Sì” nella chiesa di Maria Vergine Assunta, per poi sigillare le promesse nella chiesa di San Giuliano”.
Ritorna il villaggio enogastronomico in piazza Si ‘e Boi, e ritorna anche l’attesissimo Sandro Murru, in programma per venerdì. Oltre a mostre, commedie e gare dialettali. “Tradizione e modernità che si incontrano ancora una volta e che mi portano a soffermarmi sulla scelta di Valentina e Lorenzo, esempio di come le tradizioni possano avvicinare anche le generazioni più giovani”, aggiunge l’assessora alla Cultura di Selargius, Oriana Bernardi. “È compito di noi amministratori fare in modo che la nostra identità non si dimentichi e che anzi, diventi un valore aggiunto dei nostri territori”, aggiunge il sindaco, che chiude con un “A chent’annos”, che diventa l’augurio di tutti i selargini.