Ha perso il conto delle telefonate fatte al Cup e delle email spedite, “quasi tutte Pec”, ai vari ospedali sardi. Una risonanza magnetica al cuore, esame indispensabile per Saverio Papisca, 77enne di Quartu, un passato da geometra, è impossibile: “Da otto mesi, da agosto del 2022, quando me l’ha prescritta il medico di famiglia. Sono un paziente fragilissimo”, spiega Papisca. Il motivo? Presto detto, un mare di patologie da tenere per quanto possibile sotto controllo nella Sardegna con la sanità ancora allo sbaraglio: “Ho fibrillazioni permanenti al cuore, bronchite cronica, insufficienza renale e problemi ai globuli del sangue”. Una RM cardiaca, così si chiama in gergo medico l’esame al quale vorrebbe tanto essere sottoposto Papisca, non la fa nessuno. Meglio, non c’è spazio: “Al Santissima Trinità dicono che non hanno medici che sanno utilizzare il macchinario, al Policlinico è garantito solo per gli interni, al Brotzu è come perdere tempo tra attese inutili e telefoni occupati”. Un disastro, in parole più semplici. “Venerdì scorso”, beffa delle beffe, “ho spedito una email con richiesta di informazioni all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Mi hanno risposto dopo poche ore, dovrò inviare tutti i documenti medici e potranno dirmi quando sarà possibile effettuare la risonanza magnetica. Il dramma è che però mi dovrei pagare tutte le spese del viaggio”.
Valuterà il da farsi, Saverio Papisca. Nel frattempo si tiene malattie e paure di peggioramenti vari: “L’ematologo mi ha ordinato un esame per valutare la qualità del mio sonno, avendo i globuli rossi non in regola. Dovrei utilizzare un apparecchio, una sorta di maschera, mentre dormo. Ma anche in questo caso, nessuna disponibilità negli ospedali sardi. A noi fragilissimi ci hanno raccomandato di farci i vaccini contro il Covid per evitare di morire per colpa del virus. Ma, così, rischiamo di crepare per altre malattie e per l’assenza di servizi sanitari”.










