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Dopo i due eventi inaugurali in programma quest’oggi (sabato 8) all’insegna del viaggio (il concerto del duo del pianista Natalio Mangalavite e della cantante Monica Demuru sulla nave della Sardina Ferries in viaggio da Livorno a Golfo Aranci, e il solo di Paolo Fresu sul volo Meridiana da Bologna a Olbia), il festival Time in Jazz apre domani (domenica 9) la fitta serie di appuntamenti in cartellone fino a domenica 16 per la sua ventottesima edizione; un’edizione che si ricon0sce sotto il titolo “Ali” e che fino al 16 agosto coinvolgerà quindici centri del nord Sardegna:Berchidda (provincia di Olbia-Tempio), naturalmente, il paese natale del direttore artistico, Paolo Fresu, dove batte il cuore organizzativo (l’associazione culturale Time in Jazz) e si concentra il grosso della manifestazione, in particolare i concerti serali nella grande arena allestita in piazza del Popolo (al via mercoledì 12); e poi Bortigiadas, San Teodoro, Calangianus, Chiaramonti, Ittireddu, Loiri Porto San Paolo, Mores, Ozieri,Pattada, Posada, Sant’Antonio di Gallura, Telti, Tempio Pausania e Tula, a comporre un circuito di concerti che nel mattino e nel pomeriggio fa tappa di volta in volta in luoghi rappresentativi della storia, delle tradizioni o del paesaggio locali.
La prima giornata in terra sarda, domani (domenica 9) si apre alle 11 allo Stagno della Peschiera di San Teodoro, sulla costa orientale sarda, a una trentina di chilometri da Olbia: di scena il quintetto MOF., uno dei gruppi selezionati dall’associazione MIdJ (Musicisti Italiani di Jazz) tramite “We Insist!”, un progetto di promozione dei giovani jazzisti nella rete dei festival nazionali I-Jazz. Nato sei anni fa tra le aule del conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara dall’incontro di cinque musicisti (il trombonista Filippo Vignato, il sassofonista Manuel Trabucco, il chitarrista Frank Martino, il bassista Stefano Dallaporta e il batterista Diego Pozzan) provenienti da background musicali e geografici diversi (Sicilia, Abruzzo, Veneto), il MOFconta due dischi all’attivo. Parte della ricerca musicale del quintetto, all’interno del tradizionale linguaggio jazzistico, è mescolata all’uso dell’elettronica dal vivo come “sesto musicista” che improvvisa e crea un dialogo con la band.
A ridosso del mare anche il concerto pomeridiano: alle 18, alla Torre di San Giovanni (che si potrà raggiungere anche attraverso una pedalata naturalistica promossa dalla start-up Guide Me Righ) nei pressi di Posada, Paolo Angeli propone il repertorio del suo nuovo album, “S’Û“, uscito a marzo. Musicista curioso, dotato di grande tecnica e inventiva, il chitarrista sardo (di Palau) vive la musica da artigiano e la plasma come una materia viva. Dall’incontro-scontro fra tradizione popolare e avanguardia nasce la sua “chitarra sarda preparata”, un ibrido a diciotto corde tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile, con cui Paolo Angeli rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale, senza perdere il legame con le tradizioni popolari della suaisola.
Uno spostamento di una novantina di chilometri in serata porta il festival verso l’interno, a Tula: alle 21,30, nella Chiesa di Santa Maria di Coros, suona il Dan Kinzelman’s Ghost, una formazione che si sottrae ai generi. Il quartetto di fiati e percussioni intestato al sassofonista americano (ma da tempo residente in Italia), con Mirko Rubegni (tromba), Manuele Morbidini (sax alto) e Rossano Emili (sax baritono e clarinetto basso) mischia infatti con irriverenza musica da camera e contemporanea, free jazz, ritmi africani e minimalismo con elementi tratti dalle musiche etniche di ogni latitudine e dalla tradizione bandistica.
Tutti gli appuntamenti della giornata sono a ingresso libero e gratuito. Per informazioni, la segreteria di Time in Jazz risponde al numero telefonico079704731 e all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Aggiornamenti e altre notizie utili sul sito www.timeinjazz.it.