“Non ho visto né sentito nulla”. Così Parvin Tadjik, moglie di Beppe Grillo e madre di Ciro, nell’ora abbondante di interrogatorio durante il processo ai quattro ragazzi accusati di stupro di gruppo in Costa Smeralda, ha confermato la sua versione nell’aula del tribunale di tempio Pausania. Stessa versione anche per la domestica, mentre l’amica della madre, ospite della villa a Porto Cervo per le vacanze estive, ha aggiunto un particolare in più: “Il mattino successivo a quella notte ho visto la ragazza che fumava sul patio, con un accappatoio e un asciugamano intorno alla testa. Non ha chiesto aiuto né mi è sembrata strana”.
I legali dell’accusa però non ci stanno e, ai giornalisti che per tutto il giorno hanno assediato il palazzo nonostante l’udienza fosse a porte chiuse, hanno detto di non aver mai parlato di urla o richieste di aiuto.
I fatti risalgono alla mattina del 17 luglio 2019. In una villetta di Porto Cervo in Costa Smeralda quattro ragazzi genovesi amici d’infanzia, tra cui Ciro Grillo, e due ragazze di Milano, dopo essersi conosciuti la sera prima in discoteca, al Billionaire, avevano passato la serata insieme. La denuncia per stupro una decina di giorni dopo, al rientro a Milano: una delle due raccontò di aver subito violenza, ripetutamente e a turno dai quattro ragazzi, mentre l’amica dormiva.
I ragazzi (oltre a Ciro, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta) rischiano fino a 12 anni di carcere.