L’avevano consacrata a icona della sinistra sinistra, quella più dura e pura che se ne frega di apparire e preferisce essere. Invece. Invece, il centrosinistra più sinistra che centro, quello che ha sovvertito tutte le previsioni e i sondaggi e le certezze scegliendo come numero 1 del Pd Elly Schlein la rivoluzionaria invece che Bonaccini il rassicurante, ora si trova a fare i conti con una realtà diversa. Novella Bertinotti in pull di cashmere, la Schlein se ne frega di simboli e simbologie, che sono forma ma anche sostanza, e parte in quarta con una doppia provocazione: rilasciare la sua prima intervista ufficiale a Vogue anziché, per dire, al Manifesto, e confessare candidamente che paga 400 euro all’ora una personal shopper, ovvero una tizia che le compra vestiti intonati a carnagione e colore di capelli nel nome dell’armocromia.
A metterci il carico da novanta, povera Elly, ci si è messo pure Renzi, che non vedeva l’ora di ritirare fuori le copertine che gli furono dedicate da primo ministro per dire che sì, pure lui era stato vittima di attacchi furiosi per essersi fatto intervistare da riviste non proprio politicamente impegnate e aver partecipato ad Amici e altre amenità.
Ma per il popolo di sinistra, quello che Elly l’ha voluta rovesciando i tavoli ammuffiti del Pd autoconservativo, è stato un duro colpo. A quella sinistra Elly piaceva come era, combattente e con zero fronzoli, orgogliosamente gay con la compagna sarda Paola Belloni che ha chiesto di lasciarle in pace e la virata dal centro verso i ritrovati valori di sinistra. Poi si scopre che pure la Belloni ha la stessa armocromista, ma questa è un’altra storia.
Quello della Schlein sembra dunque più uno scivolone che una strategia per ampliare la platea dei consensi, come qualche sondaggista ha detto. O almeno c’è da augurarselo, come dire fra i due mali scegliamo il minore. Non può essere una strategia sbattere in faccia agli operai che una spende 400 euro all’ora per far fare la spesa dei vestiti a qualcuno al posto tuo. Sbattere in faccia di essere ricca, insomma, e molto, tanto da aver studiato in scuole prestigiose, essere pluriligue e pluripassaporto. E da potersi permettere di spendere 400 quattrocento eruo all’ora per farsi comprare vestiti, pure brutti.
Se fosse davvero una strategia, è tutta sbagliata. Se è uno scivolone, la Schlein dovrebbe chiedere scusa per essere stata così snob e insopportabilmente radical chic, esattamente quello che ha fatto morire, forse per sempre, la sinistra italiana.












