Sterminio nazista, l’orrore nascosto: 350mila persone sterilizzate solo perchè disabili

Durante il regime hitleriano, non erano solo le razze ad essere prese di mira, ma anche i portatori di handicap. Storie assurde raccontate dalla nostra Federica Vacca: “E in tutto questo non venivano risparmiati nemmeno i bambini”


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Oggi, nella giornata della memoria ho deciso di parlare, nella mia rubrica “Parcheggio Invalidi”, di un lato poco trattato riguardante lo sterminio nazista. Infatti, durante il regime hitleriano, non erano solo le razze ad essere prese di mira, ma anche i portatori di handicap.

Nel luglio 1933, in piena epoca nazista, fu creata una legge che riguardava migliaia di persone che si credevano affette da malattie ereditarie, ad esempio: schizofrenia, epilessia, sordità, cecità, ritardo mentale e addirittura alcolisti cronici. La legge, affermava che queste persone dovessero essere sterilizzate in modo da eliminare, a loro parere, alcune malattie e comportamenti non adatti.

La legge rimase in vigore per sei anni e le persone sterilizzate sono state circa 350.000.

Dopo di ché si passò al programma Aktion T4 dove, le persone affette da malattie genetiche inguaribili e malattie mentali, definiti da Hitler “inadatti” venivano soppresse tramite eutanasia. Solo in Germania si stimano circa 200.000 morti a causa di questo programma, che proseguì anche dopo la fine ufficiale dell’operazione.

Per Hitler queste vite non erano degne di essere vissute, e inoltre il programma mirava ad abbassare le spese sanitarie nelle strutture ospedaliere dei pazienti affetti da disabilità, in un momento in cui le risorse economiche erano rivolte al riarmo dell’esercito tedesco. Il ragionamento era che i giovani morivano in guerra, causando una perdita per il Volk [comunità nazionale] dei migliori geni disponibili. I geni di coloro che non combattevano (che erano anche i geni peggiori) potevano quindi proliferare liberamente, accelerando la degenerazione biologica e culturale.

Hitler sosteneva nel Mein Kampf, suo famosissimo libro scritto in prigione, prima di salire al potere:

«Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui, lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che un giorno apparirà quale un’opera grandiosa, più grandiosa delle più vittoriose guerre della nostra epoca borghese.»

E in tutto questo non venivano risparmiati nemmeno i bambini.

Entro l’agosto 1939 il Ministero dell’Interno ordinò che i dottori e le ostetriche che lavoravano negli ospedali tedeschi riferissero tutti i casi di bambini nati con gravi malformazioni, ufficialmente per creare un «archivio scientifico», ma con il chiaro intento di operare le necessarie «uccisioni pietose».

Dovevano essere segnalati «tutti i bambini di età inferiore ai tre anni nei quali sia sospetta una delle seguenti gravi malattie ereditarie: sindrome di down (specialmente se associato a cecità o sordità) macro o idrocefalia; malformazioni di ogni genere specialmente agli arti, la testa e la colonna vertebrale; inoltre le paralisi, incluse le condizioni spastiche».

Nello svolgimento del programma Aktion T4, si utilizzarono numerosi metodi di dissimulazione; molti genitori, erano, per ovvi motivi, contrari. I genitori venivano informati che i loro figli sarebbero stati portati in «sezioni speciali» di centri pediatrici dove avrebbero potuto ricevere migliori e innovative cure. I bambini inviati presso questi centri venivano tenuti «in osservazione» per alcune settimane e poi uccisi con iniezioni letali; i certificati di morte riportavano come causa del decesso «polmonite».

Questo è solo una piccola parte di quello che il nazismo ha fatto alla società e ai disabili.

PER NON DIMENTICARE.


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