“La scorsa primavera e dunque molti mesi fa, Alessandra Todde è venuta a casa mia, proprio per i rapporti di cortesia che ci sono stati in passato da noi. E mi ha detto che, in caso di alleanza con il Pd, lei sarebbe stata la candidata presidente in Sardegna. E’ tornata da me anche in estate, e mi ha ripetuto la stessa cosa. Io le ho detto che sarebbe stato giusto sottoporsi alle primarie, e che in caso le avesse vinte io l’avrei sostenuta lealmente. Ma lei ha risposto che per i 5 stelle le primarie non erano un argomento da prendere in considerazione. Le ho ripetuto che invece era uno strumento indispensabile, altrimenti avrei preso altre decisioni, come poi appunto è stato!”. Renato Soru senza freni racconta tutta la verità su come è nata la candidatura di Todde, e cioè da accordi romani, come Casteddu online ha anticipato a luglio scorso, su cui poi la stessa Todde ha cercato appoggio in Sardegna anche attraverso Soru. “Non è vero che la sua è stata una designazione unanime, ha detto questa cosa in tv l’altra sera ma non è così, e quello che sta succedendo lo dimostra. Mi ha mandato un messaggio vocale quando ancora non era andata in onda la trasmissione, e io per cortesia ho accettato. Poi, però, visto che l’incontro è diventato pubblico perché lei l’ha reso tale, ho deciso di spostare sede e modalità. E’ evidente che lei non voleva ricucire”.
Secondo Soru è poi grave che Todde abbia detto che i Progressisti, altri e lui stesso sono usciti dalla coalizione e lei li riporterà a casa. “Non siamo bambini, facciamo politica da tempo e sono a casa nel campo Progressista. casomai è lei che arriva da un partito populista e dovrebbe entrare con più delicatezza nel nostro campo progressista”. Infine, Soru dice che oggi Todde “si è negata al confronto. Non abbiamo cose private da dirci, era giusto che questo confronto fosse pubblico”