Siliqua, paese longevo. Sinora, nella località dove vivono attualmente circa quattromila anime, sono sette le persone che hanno varcato la soglia dei cent’anni. Di queste, due sono ancora in vita: tziu Mundicu Piroddi (che il 13 novembre 2014 compirà 109 anni) e tzia Peppina Farris (che compirà 102 anni il 24 gennaio 2015). Oltre a loro, hanno spento le classiche 100 candeline: tziu Ferdinandu Secci (che si era fermato a 101 anni), Angelica Medda (100 anni nel 2000), Raimondo Saiu (che si è spento qualche anno fa all’età di 100 anni), Maria Deidda (deceduta a Cagliari all’età di 107 anni) ed Efisia Locci (che si è spensa lo scorso anno all’età di 100 anni).
TZIU MUNDICU PIRODDI (nella foto), è nato a Villamassargia il 13 novembre 1905 nel villaggio minerario di Orbai. Rimase orfano del padre da bambino, quando aveva appena otto anni. Poi, si era trasferito a Siliqua assieme alla madre Maria Zedda (siliquese). Era stato il padre Nicolò a registrarlo all’anagrafe col nome Valerio. La madre, infatti, lo voleva chiamare Raimondo, ed è per questo motivo che lo chiamarono “Mundicu”. Il nonnino siliquese, da alcuni anni vive ad Assemini col figlio Aldo e la nuora Silvana. Si era sposato con Antonia Cadeddu dalla cui relazione sono nati tre figli: Aldo, Rosina e Anna. Sei sono invece i suoi nipoti e tre i pronipoti. Fino all’età di 87 anni, l’arzillo nonnino andava a lavorare in vigna con la sua bici. A tavola mangia di tutto, ma predilige le lumache al sugo e la trippa. «A volte – dice la nipote Federica Piroddi – si accontenta anche di due uova fritte con cipolla. Poi, un bicchiere di vino, rigorosamente rosso, lo gradisce sempre durante i pasti». Nella sua vita ha svolto principalmente il lavoro di bracciante agricolo, ma ha lavorato anche come minatore, manovale e carbonaio.
TZIA PEPPINA FARRIS (nella foto), vive a Siliqua nelle palazzine di via Kolbe, col figlio Davide. E’ nata a Narcao il 24 gennaio del 1913. Si era sposata a Siliqua nel 1933 con Ciccio Concas. Dalla loro relazione sono nati sette figli: Ivo, Annuccia, Carlo, Franco, Nina, Sergio e Davide. Ventisei sono invece i suoi nipoti e quattordici i pronipoti. La sua vita semplice, all’aria aperta e senza eccessivi strapazzi, sono tra gli ingredienti della sua ricetta da tramandare quale elisir di lunga vita. Tra i suoi bei ricordi il coniuge che non c’è più. «Mio marito, faceva il sarto, poi anche il commerciante. Aveva un negozio di elettrodomestici, e poi un market di generi alimentari. Purtroppo, nel 1986 sono rimasta vedova». Tzia Peppina è anche una buongustaia. «A tavola mangia di tutto – fa sapere il figlio Davide – fuorché il riso. I suoi alimenti preferiti sono le tagliatelle al sugo e i crostacei, in particolare gamberoni e aragosta». (ROBY COLLU)












