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La siccità e le conseguenti restrizioni nell’erogazione della risorsa idrica verso l’agro gallurese stanno causando ingenti danni a tutto il comparto agricolo. Rispetto alle stagioni precedenti, quest’estate le coltivazioni si sono ridotte del 40% e le aziende agricole della bassa Gallura hanno dovuto rinunciare alla semina di colture come il mais e il sorgo, scorte indispensabili per il mantenimento del bestiame durante l’inverno.
Non solo, la crisi idrica sta colpendo in modo trasversale tutti i settori dell’economia rurale e anche il comparto zootecnico è in grande difficoltà. Nel territorio gallurese il numero complessivo dei capi ovicaprini è di circa 160mila unità mentre quello dei capi bovini è di circa 40mila unità. In particolare, quest’ultimo segmento dell’economia rappresenta un’eccellenza non solo a livello regionale ma su tutto il territorio nazionale e se non si vuole perdere il lavoro fatto negli ultimi decenni è necessario un intervento immediato da parte della Regione Sardegna.
«Le turnazioni nell’erogazione dell’acqua durante la stagione irrigua e la contrazione del 40% nella semina sono due elementi che non possono essere sottovalutati dalla Regione Sardegna – ha affermato il presidente della Coldiretti Gallura, Giambattista Manduco, durante l’assemblea del Tag (Tavolo delle Associazioni Galluresi) che si è svolta questa mattina nella sala consiliare della sede dell’ex provincia di Olbia-Tempo -. Se si vuole salvaguardare il comparto agricolo, la sua crescita e il suo sviluppo, gli organi politici regionali devono tutelare gli agricoltori galluresi e ridurre al minimo i rischi di un’altra annata siccitosa dando corso a tutti quei progetti che consentirebbero di recuperare l’acqua altrimenti destinata al mare».
L’intervento del presidente della Coldiretti Gallura, Giambattista Manduco, è stato condiviso da tutte le associazioni di categoria che hanno partecipato alla riunione del TAG e dagli esponenti politici del territorio.