Si chiamava Giulia la neonata trovata morta in casa a Burgos

Ad aiutare la mamma al momento del parto sarebbe stata un’ostetrica, ma all’indomani dell’autopsia che ha escluso atti di violenza sul corpicino, e in attesa dell’interrogatorio di madre, zia e nonni indagati per abbandono di incapace, gli aspetti da chiarire restano tanti. La verità fra 90 giorni con il risultato degli esami istologici.


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Nessuna violenza ma tanti misteri. E molti, troppi aspetti da chiarire. Come il fatto che al momento del parto ad aiutare la madre ci fosse un’ostetrica, una professionista dunque, e i magistrati dovranno capire che ruolo abbia avuto, se si è precipitata ad aiutare perché non c’è stato il tempo di andare in ospedale o se partorire in casa è stata una scelta sin dall’inizio.

La piccola si chiamava Giulia, così aveva deciso sua madre. Aveva un nome, dunque, ma di fatto non esisteva: nessuno ha mai ufficializzato la sua nascita all’ufficio anagrafe. E quella gravidanza era stata tenuta nascosta, incredibile esserci riusciti in un paese di 870 anime appena dove tutti conoscono tutti. Ora gli inquirenti dovranno accertare i ruoli di ciascuno, chi ha deciso cosa e come si è arrivati alla decisione di chiamare il 118 quando ormai era troppo tardi.

La bambina ha vissuto qualche ora, ha respirato, ha aperto gli occhi al mondo. Poi, il buio. Forse perché nata prematura, ma sul corpo sono stati trovati segni di malnutrizione e disidratazione. La verità arriverà solo fra 90 giorni, quando si conoscerà l’esito degli esami istologici.


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