Sestu, svolta sicurezza: “Nuova caserma a settembre, ci saranno anche gli alloggi per i carabinieri”

Sede scelta, nella centralissima via Tripoli arriverà il nuovo spazio per i carabinieri: “Saranno 16, avranno anche gli alloggi: una bella notizia dopo un’attesa lunga cinque anni”


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Paola Secci, sindaca di Sestu, a Radio Casteddu: “Sestu avrà la prima caserma pubblica perché fino al 2009 aveva una caserma ma si pagava l’affitto ad un privato invece questo è un edificio pubblico, quindi comunale che è stato adibito a caserma. Ci sono voluti ben 5 anni per fare una progettazione perché è particolare quella di una caserma e tutti gli ingegneri anche dell’arma hanno visionato e partecipato alla progettazione e adesso si stanno ultimando i lavori. Sarà in via Tripoli al centro del paese.

Noi sulla sicurezza ci stiamo lavorando, l’unico modo possibile per avere più forze dell’ordine era proprio quella di avere una caserma e all’inizio del primo mandato venne il Generale che mi disse chiaramente che, se non avessimo destinato una delle risorse a un edificio per la caserma, i carabinieri sarebbero andati via definitivamente da Sestu e non avrebbero avuto neanche l’ufficio che hanno adesso”.

 

“Quindi”, prosegue la Secci, “per noi era impensabile e abbiamo fatto tutto il possibile perché i carabinieri tornani a Sestu con una caserma e con gli alloggi per gli ufficiali e che destinino più agenti di cui abbiamo bisogno. Adesso sono appena 8/9 agenti e ce ne servono, a detta del Comandante provinciale e del maresciallo, almeno 16 perché il numero è diminuito nel tempo mentre quello degli abitanti è cresciuto quindi abbiamo bisogno sicuramente di 16-18 agenti. In tutto l’hinterland di Cagliari c’è la malamovida, ne stavamo parlando con gli altri sindaci della Città metropolitana, ma pare sia un fenomeno accentuato anche dal post covid. Con Cagliari, Selargius, Quartu ci siamo un po’ confrontati e pare che questi ragazzi terribili ci siano un po’ dappertutto: probabilmente il fatto di rimanere isolati a lungo ha determinato aspetti anche del carattere, quindi non bisogna neanche demonizzare o condannare i ragazzi ma capire le cause e attuare più controlli ma, soprattutto, cercare di capire il disagio di questi ragazzi”.


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