Serramanna, addio al villaggio di Zenario Leni: l’oasi cancellata dall’alluvione

L’oasi a due passi dal fiume è stata cancellata dalla furia dell’alluvione.


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Realizzata con materiali di riciclo da alcuni cittadini, era diventato luogo di ritrovo per poter trovare pace e serenità interiore grazie al verde e alla natura. È stato cancellato tutto, non c’è più niente se non una distesa di acqua e fango: l’ondata di maltempo che si è abbattuta la notte tra sabato e domenica scorsa non ha risparmiato nemmeno quell’area che, nel corso degli anni, era diventata un punto di approdo, di riferimento e di incontro per decine di persone. Visitatori provenienti anche da altri territori che, avendo appreso e apprezzato l’iniziativa, avevano voluto contribuire e godere di quella zona “fuori dal mondo”. Era una piccola oasi relax nel Rio Leni, ricavata con materiali di riciclo grazie all’ingegno di Simone Pireddu, meglio conosciuto come Bujumannu, noto artista di fama regionale, che, quando non canta sul palco si dilettava ad arredare ciò che era diventato un vero e proprio villaggio.

Una visione che andava ben oltre gli aspetti comuni: la natura intesa come filosofia di vita, un mondo da speculare e raccontare secondo i canoni semplici e diretti dell’essenza, da rappresentare coordinando proprio ciò che la natural zone offre. Era nato tutto quattro anni fa, nel 2020 durante la pandemia. “In quel periodo ho riscoperto il piacere delle sane passeggiate tra le campagne di Serramanna e alla ricerca di posti che frequentavamo da piccoli nel fiume, anzi nei fiumi, visto che a Serramanna sono due i corsi d’acqua che attraversano il nostro territorio. È così che abbiamo iniziato a frequentare il magico Rio Leni” aveva raccontato Pireddu “un posto che è sempre stato vissuto e frequentato sin dalle origini del nostro territorio grazie alle sue acque limpide e a is carroppus. Era anche l’unico modo per incontrarci tra amici senza essere additati come persone che non rispettavano le direttive imposte dal governo”. Si parla del periodo in cui tutto era proibito per fuggire dal virus che aveva messo ko il mondo intero: “È così che abbiamo iniziato a ripulire una parte del Rio Leni da spazzatura di ogni genere, plastica, vetro, lattine, eternit, sanitari, pompe per l’irrigazione e chi più ne ha più ne metta. A poco a poco abbiamo iniziato a recuperare una bella parte del fiume creando un “percorso” tra le canne che la fanno da padrone e realizzando delle zone relax, con tante opere d’arte create usando solo gli elementi della natura, costruendo capanne di riparo, percorsi, eliminando rovi e canne che ostruivano il letto del fiume e sostituendole con piante autoctone, tanti fiori, e qualche albero”.

Era diventato un posto dove dare sfogo alla creatività, anche alcuni visitatori avevano dato il proprio contributo disegnando pietre e/o lasciando “offerte creative”.

Numerose le incursioni da parte dei vandali che hanno cercato di distruggere l’oasi, ma i protagonisti del benessere tutto green non si sono mai arresi e hanno ripristinato ciò che l’inciviltà aveva danneggiato. Un “giardino” denominato “Villaggio di ZENaRio Leni” dove si poteva, per qualche ora, dimenticare la “pesantezza” della negatività che “ci circonda”.

A custodire e lavorare al villaggio solitamente erano in tre Andrea, Simone e Mondo, ma nel tempo sempre più  anime gentili hanno dato una grossa mano d’aiuto. L’obiettivo era quello di creare uno spazio per la comunità di Serramanna, di riuscire a coinvolgere anche i giovani e in meno giovani per ampliare il percorso, tenere in sicurezza il letto del fiume. Erano stati piantati 30 tulipani, 6 giacinti, 2 fresie, 75 iris: una volta fioriti avevano regalato una magia in più al luogo che, nonostante la mano malevole dell’uomo, conserva quella maglia che solo la natura può regalare. E riprendersi, come accaduto pochi giorni fa.


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