Sulla scuola, come previsto, il caos è servito. Aperture a singhiozzo, proteste degli studenti, ordinanze di sindaci spaventati dal numero di contagi. Si procede in ordine sparso e ci si protegge come possibile dal dilagare di Omicron con la spada di Damocle del governo che minaccia ricorsi su tutta la linea. “Siamo pronti a impugnare qualunque ordinanza di chiusura non sia strettamente necessaria e con reali motivazioni”, dice il sottosegretario Sasso. “Se restano aperti musei, palestre, stadi e negozi perché dovremmo chiudere le scuole se abbiamo il 90% dei vaccinati?”. Sasso ha poi aggiunto che la dad penalizza in generale la socialità dei ragazzi e in particolare i 300mila studenti disabili “per i quali non esiste didattica integrata”. Ma i sindaci, che molto meglio di ministri e sottosegretari conoscono la disastrosa realtà delle scuole, con classi pollaio e l’impossibilità di garantire distanziamento e ricambio d’aria adeguato, preferiscono rischiare e giocare d’anticipo.
Fra i capoluoghi di provincia, solo a Nuoro le scuole resteranno chiuse con gli studenti in dad fino al completamento dello screening. Ma la campanella oggi non è suonata a Bosa, nell’Oristanese, dove si contano 244 persone positive tra le quali numerose riferibili al mondo della scuola con le attività sospese sino al 15 gennaio compreso. Scuole chiuse fino a sabato anche a Cabras e Solanas, dove entro la settimana sarà organizzato uno screening a tappeto. Scuole chiuse anche a Milis e Macomer, dove la situazione contagi è di nuovo fuori controllo. A Ghilarza, nell’Oristanese, le lezioni riprenderanno il 17 gennaio nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, e degli asili nido, pubblici e privati. Nel Nuorese, il sindaco di Desulo, che ha disposto anche un mini lockdown con coprifuoco alle 22 per gli adulti e alle 18 per i minorenni e l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 nei bar, ha rimandato la ripresa delle lezioni al 14 gennaio.
Tantissimi gli studenti delle superiori che hanno disertato le classi per protestare contro un rientro che non considerano sicuro.











