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Dopo la pubblicazione, da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), che individua le zone dove realizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività, insorgono sindaci e cittadini sardi. In Sardegna, infatti, sono state individuate le aree ricadenti nei comuni di Albagiara, Assolo e Usellus; Mandas e Siurgus Donigala; Segariu e Villamar; Setzu, Tuili, Turri e Ussaramanna; Nurri; Ortacesus; Guasila. Nel 2021, il 13 gennaio, l’assemblea dei sindaci della Sardegna, convocata da Anci Sardegna a Cagliari, ha deliberato all’unanimità un ordine del giorno contro l’ipotesi che l’isola venga scelta per lo stoccaggio delle scorie nucleari. “Per una volta tutte le istituzioni sarde si sono dimostrate unite in questa battaglia. Occorre mantenere l’unità, tenere alta la vigilanza e la mobilitazione delle comunità, ribadire il No convinto delle istituzioni autonomistiche sarde” comunicano il presidente Anci Sardegna Emiliano Deiana e il presidente del consiglio regionale di Anci Sardegna Alberto Urpi. “Perché ne va del futuro della nostra terra. La Sardegna, a partire da quelle militari, ha già dato in termini di servitù che anzi devono esser ridotte e non aumentate.
Anci Sardegna ribadisce la contrarietà espressa nel 2015, nel 2017 e nel 2021.
Saremo a supporto dei comuni e delle comunità interessate nel supremo interesse della Sardegna e dei sardi”.