“A Sassari ci hanno attaccato e abbiamo reagito. Ma quali spranghe e coltelli. Ci siamo difesi con le aste delle bandiere”. È affidata a facebook la versione degli Sconvolts, gli ultras del Cagliari, sui disordini scoppiati a Sassari 2 settimane fa che hanno scatenato polemiche e hanno dato il via a Daspo e misure restrittive per i supporters rossoblù. Il gruppo di tifosi smentisce le ricostruzioni apparse negli ultimi giorni e fornisce una versione alternativa dell’accaduto.
La trasferta. Secondo gli Sconvolts durante il viaggio verso Sorso (sede dell’amichevole tra la squadra locale e il Cagliari) uno dei 4 bus utilizzati per la trasferta (“tutti i presenti avevano acquistato il biglietto per la partita prima di partire”) si sarebbe guastato e questo avrebbe costretto i tifosi a viaggiare in condizioni disagiate di sovraffollamento sui 3 mezzi utilizzabili. Il guasto si sarebbe verificato quando il mezzo si trovava alle porte di Sassari, da qui la decisione di cambiare il percorso: raggiungere la stazione delle ferrovie complementari sassarese per arrivare poi a Sorso in treno.
Gli scontri. “Al nostro arrivo in stazione ed in procinto di prendere il treno” si legge testualmente nel comunicato, “dapprima singolarmente e poi in maniera un po’ più decisa, essendo stati fatti oggetto di lanci di pietre e bottiglie, si è reagito da cagliaritani”. Spiegati così i disordini: gli Sconvolts affermano di aver reagito in modo “deciso” a lanci di “pietre e bottiglie”.
Le armi. Gli ultras rossoblù negano la presenza a bordo dei bus utilizzati per la trasferta di “armi, bastoni, spranghe e coltelli (cosa da noi sempre evitata per principio), ma la verità (che si vede nei filmati) è che dopo i disordini la polizia ha raccolto dalla piazza antistante la stazione tutto quanto poteva trovare per terra per poi, senza alcun verbale di sequestro personale, attribuirlo ai pullman”. Un equivoco dunque secondo gli Sconvolts che invece affermano di essersi difesi “con aste di bandiera” e soprattutto respingono con forza l’accusa di aver aggredito bambini, donne, anziani e di aver fatto danni e questo alla luce del loro “modo di ragionare e di essere”.
Il comunicato parla poi della rivalità con gli ultras della Torres e assicura che “non finirà mai”.










