Sciopero degli addetti alle TLC: in 10 mila incroceranno le braccia

Gli addetti del settore delle telecomunicazioni scendono in piazza domani anche in Sardegna


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Domani quasi 10.000 addetti del settore delle telecomunicazioni incroceranno le braccia per protestare contro Asstel ( la Confindustria delle Telecomunicazioni) e per richiamare l’attenzione delle istituzioni su un settore lacerato da numerose vertenze aziendali che rischiano di fare implodere l’intero comparto.

Dall’analisi emerge l’evidente volontà della parte datoriale di spacchettare il fronte dei Lavoratori in tante vertenze aziendali che muovono tutte dalle stesse ragioni: efficientamento, modernizzazione, razionalizzazione, ovvero riduzione dei costi, flessibilità ulteriore dell’organizzazione del lavoro, controllo a distanza, solo per citarne alcune si legge nel comunicato stampa. “

A livello nazionale l’epilogo della vertenza Almaviva al MISE, è l’esempio più evidente di un processo che si sta lentamente trasformando in un modello: “o firmate questo o partono i licenziamenti”. Ancor più preoccupante il fatto che negli ultimi anni, i Governi, spesso coinvolti in queste vertenze, e la Politica, più volte investita dalle OO.SS. sul tema delle esternalizzazioni, degli appalti al massimo ribasso e delle clausole sociali, non siano stati capaci a determinare una svolta per garantire il futuro occupazionale di migliaia di Lavoratori. Un settore, quello delle Telecomunicazioni, che da anni rivendica tutele e regole chiare rispetto a politiche aziendali che, se da una parte non disdegnano contributi pubblici, dall’altra rivendicano autonomia nelle strategie aziendali che sempre più spesso si traducono in licenziamenti o, quando va bene in trasferimenti coatti e precarizzazione del lavoro.

La vertenza di Sky in queste ultime ore mostra come si stia chiaramente delineando la strategia padronale: frantumare la stessa vertenza e costringere le OO.SS. e i Lavoratori a difendersi azienda per azienda, territorio per territorio, commessa per commessa. È evidente che la risposta sindacale, stando così le cose, non potrà che essere debole, rischiando anche di prestare il fianco e determinare essa stessa le più favorevoli condizioni per altre identiche prepotenze della parte datoriale. La lunga vertenza di TIM dimostra come la ricerca della competitività non avviene attraverso gli investimenti in ricerca, innovazione e coinvolgimento del personale, ma al contrario tagliando salari e diritti. In questo quadro si inserisce la vertenza di un CCNL scaduto da 24 mesi e in cui l’ultimo aumento risale oramai a 26 mesi or sono. Per le OO.SS il CCNL dev’essere al tempo stesso strumento normante e di equilibrio tra le varie aziende del settore evitando la concorrenza sleale e garantendo un miglioramento complessivo delle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori delle TLC.

Purtroppo a causa di una concomitante manifestazione, domani a Cagliari, per questioni di ordine pubblico, non potrà effettuarsi il presidio previsto di fronte alla rappresentanza del governo. Ciò non impedisce però che alle parti datoriali arrivi anche dalla Sardegna, con la massiccia adesione allo sciopero, l’avversione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore alla politiche padronali sopra menzionate.

 

(immagine simbolo dal web)