La Regione chiede scusa ai sardi per i continui disagi, anche economici, ogni volta che ci si deve spostare dalla Sardegna a bordo di aerei o navi. Ma, subito dopo, si smarca da qualunque responsabilità: “Non è colpa nostra”. E di chi, allora? Le dichiarazioni dell’assessore regionale dei Trasporti Moro prendono spunto dal disastro Easyjet sul Napoli-Cagliari, con un centinaio di sardi rimasti a terra per la cancellazione del volo e il successivo utile dopo tre giorni. Nella corsa al rientro in cui ognuno si è organizzato come poteva, è emersa tutta la disastrosa precarietà di un sistema dei trasporti inefficace, inefficiente e ingiusto: tornati su Roma, i cagliaritani rimasti a terra hanno dovuto prendere voli Ryanair schizzati fino a 400 euro, posti ponte nelle navi, i più fortunati un volo in continuità, ma solo pochissimi perché i posti, come troppo spesso accade, sono andati esauriti in fretta.
Ora viene assicurato il rimborso per le spese sostenute, con tanto di scuse. Ma la situazione in Sardegna resta drammaticamente precaria, e la politica ha la precisa responsabilità di farsene carico e trovare soluzioni, non scaricare tutto sulle compagnie aeree che, per loro stessa natura e senza alcuno scrupolo, speculano finché e più che possono.
Invece l’amministrazione regionale, dopo aver promesso una continuità made in Sardegna e decine di milioni per incrementare i voli in continuità territoriale, non riesce a gestire, neanche con un governo amico, il sacrosanto diritto alla mobilità dei sardi. Come farlo, non è ovviamente un problema dei cittadini.
Non va meglio oltre Tirreno, dove i parlamentari sardi se non tacciono si limitano a qualche dichiarazione e al limite a chiamare in causa l’Antitrust per i prezzi da strozzini delle compagnie aeree e navali. Quanto importa all’Antitrust della Sardegna e dei sardi? Zero. Basta pensare che non è mai arrivata una risposta sul caro voli di Natale, per esempio. Anche farsi rispettare non è compito della politica?












