Sardegna, l’ultima beffa: i paesi con le Poste solo a giorni alterni

La nostra Isola sempre meno sviluppata: esplode in consiglio regionale la polemica per la decisione di fare passare il postino una volta oigni due giorni in molti paesi sardi. Quando lo spopolamento dimezza i servizi


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

La comunicazione, da parte di Poste Italiane, della consegna della posta a giorni alterni sta creando nei comuni della Sardegna numerose proteste. Anci Sardegna, da tempo impegnata in un confronto con Poste Italiane, ha posto alla Regione Sardegna l’esigenza di convocazione di un tavolo urgente di confronto per conoscere meglio la situazione, gli obiettivi dell’azienda con il timore che si prosegui nel taglio dei servizi erogati sul territorio. “E’ evidente” ha detto il Presidente Pier Sandro Scano ” che quanto annunciato è un cambiamento radicale del servizio, voluto solo da Poste Italiane, che mira a contenere i costi, e che non ha visto coinvolti i comuni sardi”. Mancato coinvolgimento che ha subito evidenziato numerosi problemi. Fra tutti quelli lamentati dai comuni, ma soprattutto cittadini. La consegna a giorni alterni conferma le preoccupazioni di Anci Sardegna che, a suo tempo, aveva denunciato i problemi soprattutto dei piccoli comuni  già penalizzati dai provvedimenti di apertura degli uffici a giorni alterni,. “E’ urgente” ha concluso Scano “la convocazione di un tavolo ANCI-Regione-Poste per capire meglio la struttura di cambiamento voluta dalle Poste onde evitare che i servizi sul territorio vengano ulteriormente dimezzati”.

 

“Dopo la chiusura di Tribunali, posti di polizia, caserme dei carabinieri e uffici statali l’azione di isolamento della Sardegna prosegue  con la consegna della posta a giorni alterni decisa da Poste Italiane.” E’ il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde che commenta così la decisione di Poste Italiane che dovrebbe coinvolgere 330 comuni dell’isola. “E’ evidente che la costante azione di mero marketing di Pigliaru e della sua Giunta non è sufficiente a bloccare la desertificazione dell’isola -aggravata dalla insufficienza di politiche dei trasporti- che rischia di trasformare la Sardegna in una regione del Terzo Mondo. Occorrono atti concreti e decisioni anche forti -attacca Tedde- e occorre rialzare la testa facendo valere le ragioni di una Sardegna che non riesce ad esercitare le sue prerogative che derivano dall’autonomia differenziata. E’ sorprendente come una maggioranza che vanta al suo interno movimenti dell’area indipendentista continui a tenere la testa sotto la sabbia rispetto a problemi che rischiano di catapultare la Sardegna in una temperie sociale ed economica post bellica. Tra l’altro, nell’indifferenza di Pigliaru -sottolinea l’ex sindaco di Alghero- il piano di privatizzazione di Poste Italiane mette a rischio 750 dipendenti in Sardegna. Mentre lo Stato arretra e trattiene 600 milioni di euro dei sardi e l’Eni e le altre grandi industrie giocano a nascondino  che fa il Governo regionale dei professori? Continua a rimanere assente ingiustificato. Con un Partito dei Sardi che assiste distrattamente a questo florilegio di ceffoni continentali. Siamo convinti che occorra uno scatto di reni ed una reazione di tutte le forze politiche sarde, di maggioranza e di opposizione, per arrestare questo declino. Ma il primo passo -chiude Tedde- deve essere fatto dal Governo regionale che continua a sonnecchiare per non sentire le risse della maggioranza che perde pezzi e attende che il fermo biologico-politico imposto dal PD giunga al termine.”


In questo articolo: