Protesta dei sindacati per la proposta della Direzione Scolastica Regionale di dividere la Sardegna solo in dieci ambiti.
Sono interessati migliaia di insegnanti per la loro mobilità che per il prossimo anno scolastico potrebbero andare incontro a forti disagi.
Interessa migliaia di insegnanti la divisione degli ambiti nell’isola che sono alla base della loro mobilità a partire dall’anno scolastico 2016/2017 che, rispetto agli attuali distretti, saranno ridotti di oltre il 50 per cento e quindi le aree di mobilità saranno nettamente più estese.
Ogni ambito dovrà avere un massimo di 40 mila studenti, mentre gli ambiti delle città metropolitane e quindi anche Cagliari, potranno arrivare fino ad un massimo di 60 mila alunni. Diverse le regole per le province con popolazione scolastica inferiore ai 22 mila come Oristano.
In sostanza i sindacati Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola chiedono all’assessorato regionale all’Istruzione di intervenire per modificare la proposta della Direzione Scolastica Regionale che sembra abbia diviso tutte le scuole sarde in soli dieci “Ambiti territoriali”. Cosa che creerebbe tanti problemi agli insegnanti sardi che sarebbero costretti a percorrere grandi distanze per recarsi nella scuola dove insegnano.
I sindacati quindi contestano la proposta elaborata dalla Direzione Scolastica Regionale perché avrebbe pesanti ricadute sulle condizioni di lavoro e sullo stesso sistema scolastico.
Insomma per la Sardegna dovrebbe valere la regola, per altro prevista, della minore densità demografica e potrebbero essere applicate delle eccezioni al numero minimo di alunni per le tante zone montane che esistono nell’isola. Invece sembrerebbe che la direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale non voglia accettare tante deroghe e divida le province sarde in dieci ambiti di questi solo uno andrebbe alle ex province del Sulcis e Medio Campidano (con distanze tra gli istituti di oltre 100 chilometri) e lo stesso anche per Sassari/Alghero che raggruppa oltre 43 mila studenti.
Quindi in Sardegna la regola del numero alunni non tiene conto dell’estensione della Regione e del numero scarso di abitanti e neanche del tipo di strade decisamente disagiate. Per questo l’Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe dividere l’isola in ben più dei preventivati 10 ambiti che sarebbero un oltraggio e una grave discriminazione per i tanti insegnanti interessati.
“Il riferimento è a un passaggio della legge 107 che, al comma 6,” dicono i tre sindacati “in rapporto alla definizione degli Ambiti territoriali, da decidere entro questo giugno, apre a deroghe legate alle caratteristiche del territorio, tenendo anche conto delle specificità delle aree interne, montane e delle isole, della presenza di scuole nella carceri, nonché di ulteriori situazioni o esperienze territoriali già in atto.” Come detto quindi, secondo i sindacati,per la Sardegna possono essere applicate delle deroga importanti ai parametri fissati che farebbero aumentare decisamente il numero degli ambiti.
“Un progetto assurdo quindi” aggiungono i sindacati “che va rivisto nell’immediato e anche in riferimento all’attuazione della riforma degli Enti Locali che definirà la composizione delle Province e delle Unioni dei Comuni trasformando non poco l’attuale fisionomia della mappa territoriale.”
Alla luce di queste considerazioni Flc, Cisl Scuola e Uil Scuola chiedono alla Regione di spingere perché vengano utilizzate tutte le deroghe possibili al fine di diminuire le dimensioni degli ambiti e scongiurare una situazione di grave disagio per tutto il sistema scolastico sardo.
L’ultima parola spetta dunque alla Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale che dovrebbe prendere in seria considerazione la geografia dell’isola con tante zone disagiate, prive di collegamenti agevoli dovuti a strade pericolose e in pessime condizioni e allo spopolamento inarrestabile che dovrebbe portare ad avere un numero di ambiti ben superiore ai dieci previsti.












