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Continua inesorabile la flessione degli appalti pubblici in Sardegna. Se nel corso del primo trimestre 2016 si era osservata una certa volatilità del mercato con un numero in modesta crescita a fronte di un forte calo della spesa, alla fine di settembre 2016 il risultato è negativo su entrambi i fronti. Lo rileva l’ultimo report del Centro studi della Cna Sardegna evidenziando che con 715 gare promosse in nove mesi per un importo complessivo a base di gara pari a 336 milioni, il mercato delle opere pubbliche in Sardegna è oggi calato del 20% circa in termini numerici e ben del 40% sul fronte della spesa rispetto al periodo corrispondente del 2015. Un anno, il 2015, che, sebbene in crescita, arrivava dopo un 2014 durante il quale era stato raggiunto il picco minimo della domanda (poco più di 1.000 gare) e una spesa superiore, nella lunga serie storica dal 2002, solo a quella totalizzata nel 2013 (poco più di 700 milioni).
“Come accaduto a livello nazionale, anche in Sardegna si sono fatti sentire gli effetti dell’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti che necessita di correzioni profonde”, spiegano Francesco Porcu e Mauro Zanda rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni. “Questi effetti, sommati ai problemi persistenti di tagli alle risorse delle amministrazioni comunali ieri vittime del patto di stabilità oggi delle nuove regole sui “bilanci armonizzati” che dal punto di vista degli effetti pari sono (non consentendo neppure ai comuni virtuosi di spendere gli avanzi di amministrazione), proiettano un’ombra sinistra sulla possibilità di rilanciare gli investimenti”. I vertici dell’associazione artigiana ricordano anche che il progressivo ridimensionamento del numero dei bandi di gara, oltre che a fattori di mercato, è da ricondurre anche al progressivo innalzamento della soglia di importo entro la quale è consentito l’affidamento mediante procedura negoziata senza pubblicazione del bando (salita a un milione con l’entrata in vigore del DL 70 del 13 maggio 2011, convertito con la legge 106/2011).