Santadi, Sa Coia Maurreddina: Alessio e Michela uniti in matrimonio

Il tradizionale evento nella cittadina del Sulcis, dove da 48 anni si rinnova una festa vera e propria della comunità: auguri a Michela Manca e Alessio Caddeo, neo sposini protagonisti a Sa Coia Maurreddina


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Santadi – Taglio del nastro per la 48^ edizione del matrimonio Mauritano (Sa Coia Maureddina). Si sono uniti in matrimonio Alessio Caddeo e Michela Manca, con la celebrazione di don Gian Piero Marongiu, parroco del piccolo centro del sulcis. Hanno animato la liturgia Maria Giovanna Cherchi e il coro “S’Arrodia” di Sinnai, in una splendida giornata d’agosto, fra i colori dei diversi costumi tradizionali sardi, delle traccas preziosamente addobbate, fra i profumi dei fiori e delle erbe aromatiche sparse lungo tutto il percorso del corteo nuziale. 

DAL PORTALE DEL COMUNE. I preparativi che sono antecedenti al giorno di festa sono tanti, sicuramente l’allestimento delle traccas (i carri addobbati) degli sposi, è tra le cose che fanno risvegliare l’orgoglio contadino della gente. Le traccas sono i carri trainati dai buoi, addobbati con gli arazzi più belli, le spighe di grano, tralci di mirto, fiori e tappeti, con i quali verranno accompagnati i futuri sposi, ad unirsi in matrimonio. Un carro dovrà accompagnare la sposa, assieme ai genitori e ai testimoni, mentre un altro verrà utilizzato dallo sposo e dai suoi familiari. Gli sposi, i rispettivi genitori e tutti coloro che ne hanno la possibilità, indosseranno il costume tradizionale, quello del giorno di festa. Avvenuta la vestizione dello sposo, egli verrà accompagnato a prendere la sposa; le traccas serviranno per condurre i futuri sposi nel corteo nuziale, al quale partecipano anche vari gruppi folckloristici provenienti da tutta l’isola. La celebrazione del rito religioso avviene nella piazza principale, in un apposito palco allestito per l’occasione, di fronte all’intero paese che si rende testimone della promessa nuziale. A fine cerimonia, si consuma il rito pagano per eccellenza, che è ancora in uso nella tradizione isolana, ovvero sia la benedizione degli sposi da parte delle rispettive madri, che seguono il rito dell’acqua; gli sposi vengono fatti inginocchiare su un cuscino bianco, successivamente la madre della sposa fa il segno della croce con un bicchiere d’acqua, benedicendo in questo modo prima la figlia, alla quale farà poi bere l’acqua, dopo di chè al genero; il tutto viene ripetuto anche dalla madre dello sposo. Infine, la madre della sposa prima, la madre dello sposo poi, cospargono il capo dei figli con “sa gratzia” (è uno dei momenti più importanti della cerimonia), impartendo in questo modo la benedizione anche ad elementi come chicchi di grano, petali di rose, sale e monetine, sinonimo rispettivamente di, abbondanza, felicità, ricchezza e saggezza. Poi avviene la rottura del piatto, quasi per scaramanzia, con l’augurio di un futuro ricco di felicità, serenità e prosperità. A questo punto, gli sposi omaggiano la gente che si è stretta a loro, col pane nuziale, preparato appositamente per essere offerto dopo la cerimonia. Al termine, i novelli sposi vengono lasciati liberi di festeggiare con parenti ed amici e la sera rientrano nella piazza principale, per ricevere auguri ed essere accolti festosamente dal paese stretto attorno a loro. La serata termina poi con balli e canti da parte dei gruppi folkloristici provenienti dalle varie zone dell’isola e con il ricevimento nuziale, durante il quale gli sposi offrono al pubblico, dopo il famoso taglio della torta, i dolci tipici della tradizione e l’ottimo vino che in paese si produce. 

(Hanno collaborato il fotografo, Pierino Vargiu e Angela Mereu – Elmas)


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