La criminologa Roberta Bruzzone incanta il pubblico del festival letterario: analisi, resoconti ben dettagliati e suggerimenti pratici per riconoscere le dinamiche insite nella mente distorta di un potenziale soggetto pericoloso sono stati alcuni degli argomenti trattati ieri sera nella suggestiva location del castello medievale della città. A interloquire con uno dei personaggi più amati a livello nazionale è stata l’avvocato Francesca Spanu, molto conosciuta e stimata sia professionalmente che per la sua dedizione mostrata nel supportare le cause per far prevalere i diritti dei cittadini. La cultura, quest’anno più che mai, spadroneggia nella lunga kermesse dedicata alla lettura con ospiti eccellenti che, attraverso i loro libri, raccontano la realtà a 360°. Un primo weekend che ha registrato il tutto esaurito sia venerdì con il noto giornalista Nicola Porro che ieri sera con Bruzzone. La nota psicologa forense e criminologa, da sempre affascinata dai luoghi misteriosi e abbandonati, ha lavorato a diversi casi di omicidio a livello nazionale ed è ormai diventata volto noto del piccolo schermo. È stata infatti conduttrice su Real Time e ospite fisso a ‘Porta a Porta’. È anche autrice di diversi saggi, tra i quali ‘Manuale di Criminologia Clinica’ e ‘Chi è l’assassino. Diario di una criminologa’. Invitata per raccontare il suo “Versace. Autopsia di un delitto impossibile”, a 25 anni di distanza dai fatti, l’autrice ha ricostruito le tappe fondamentali del delitto, ipotizzando anche piste alternative, ha dialogato ed esposto, per più di un’ora, le dinamiche più controverse che una mente deviata può partorire. Di interesse sempre più attuale sono i gelidi risvolti emersi di recente con il caso della giovane Giulia, barbaramente uccisa dal suo compagno che, senza esitazione ha interrotto anche la vita del loro piccolo che la donna portava in grembo da sette mesi. Il convivente della ragazza, un uomo noto nell’ambito lavorativo, apparentemente una persona affidabile e genuina, ha calato la maschera facendo emergere la sua vera identità narcisistica, quella maligna, la peggiore, che è capace di conquistare, di far credere di essere perfetta, un sogno a occhi aperti e che, piano piano, invece, svuota, manipola, tradisce, sminuisce, e arriva anche ad uccidere chi diventa un ostacolo per il proprio malsano ego e non soddisfa più l’esigenza di rifornire di carica il vuoto e incolmabile contenitore caratteristico del narcisista. “Anche l’altra fidanzata, perché l’altra ragazza non è l’amante, e c’è una bella differenza, perché era convinta che lui non fosse il padre del bambino che Giulia portava in grembo, e per far capire a che livello possono arrivare di menzogna questo tipo di soggetti aveva falsificato il test di paternità” spiega Bruzzone. “Lui aveva già un figlio, insomma un minimo di precauzioni si prende, ma invece no, è chiedere troppo, perché le precauzioni poi, chiaramente, vanno un po’ a ridurre la soddisfazione e questa è la mentalità, cioè il problema non è il mio, io mi gratifico appieno e se ci sono delle conseguenze son fatti tuoi. Il narcisista maligno è un soggetto che non ha la minima intenzione di affrontare le conseguenze della scelta che fa, nella stragrande maggioranza delle volte si libera a livello simbolico ed emotivo cioè abbandona, va via, altre volte, quando il problema diventa un po’ troppo ingombrante, può diventare molto aggressivo e io di casi di narcisista maligno diventati assassini ne ho gestito tantissimi nell’arco della mia carriera”. “Usare gli altri per nutrire i propri bisogni, la propria autostima molto fragile e, di conseguenza, quando l’ostacolo diventa troppo ingombrante, la possibilità è di decidere di eliminarlo: probabilmente per lui il problema non era Giulia perché come tante altre l’avrebbe lasciata ma era il suo ragazzino che stava nuovamente nascendo e andava a intaccare la sua immagine pattinata di ragazzo brillante, single, libero, non con un figlio a carico di una donna e uno di un’altra, perché non è un bel biglietto da visita dal punto di vista di chi deve ingannare per tutto il resto della vita”. Una problematica che non compare all’improvviso ma è ben presente sin dai primi anni di vita: “Sono stati da bambini molto bugiardi, da adolescenti molto problematici e sotto questo profilo sempre portati a svalutare gli altri e a prodigarsi per cercare di danneggiare chi invidiavano”. Un aspetto della nostra società che emerge sempre più, di cui si inizia concretamente a parlarne per mettere in guardia chi si relaziona con un narcisista.












