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“Sono innocente”. Un mantra, ripetuto all’infinito anche di fronte a quelle che i Ris considerano prove importanti, ovvero il sangue sui cuscini del divano di casa e sul sedile posteriore dell’auto: Igor Sollai, raggiunto in carcere a Uta dai legali Carlo Demurtas e Laura Pirarba per un nuovo punto della situazione alla luce degli ultimi eventi, continua a negare, a dirsi innocente, a ripetere di aver accompagnato la moglie Francesca Deidda in un punto della statale ex Orientale sarda e di non averla più vista.
“Non c’entro niente”, ha ripetuto anche questa mattina ai legali il 43enne camionista di Assemini, unico sospettato per il delitto di Francesca, 42 anni, avvenuto nella loro casa di San Sperate dove la donna, i cui resti sono stati ritrovati il 18 luglio, è stata uccisa con alcuni colpi alla fronte, forse con un corpo contundente.
Ma gli inquirenti non hanno dubbi che il colpevole sia Sollai, soprattutto alla luce delle ultime scoperte.