Protesta il sindaco di Samassi Enrico Pusceddu per le condizioni strutturali del ponte sul fiume Mannu, “una situazione che sfiora il ridicolo, non ho nessuna intenzione d’aspettare una tragedia perché qualcuno si attivi: inviato l’ennesimo sollecito all’ANAS affinché si attivi per metter mano al ponte”. Il collegamento è l’unico punto di attraversamento del fiume a Samassi ed è parte integrante della strada statale 196 dir le cui competenze ricadono in capo all’ANAS.
Ogni giorno lo attraversano in media 4.549 veicoli (di cui 178 autoarticolati sopra i 10 metri) che in un anno significano quasi 1.700.000 veicoli (di cui 65.000 autoarticolati sopra i 10 metri) “che nel nostro territorio significano una media di un mezzo ogni 18 secondi in tutte le 24 ore di tutti i giorni dell’anno, da decenni (dati ufficiali su report commissionato dal Comune di Samassi).
I samassesi hanno una discreta autostima – spiega il primo cittadino – ma nessuno di noi si azzarderebbe a pensare che tutto il traffico sia riconducibile ai mezzi locali, infatti, il ponte che ospitiamo nel nostro centro urbano è un’arteria fondamentale per il medio Campidano e per la sua economia che si muove su gomma.
Le condizioni in cui versa la struttura, realizzata nei primi anni ’60 del secolo scorso sono a dir poco allarmanti, così come è preoccupante la scarsa considerazione da parte degli Enti preposti (che neanche rispondono alle pec dei Sindaci) nel sottovalutare i rischi per la sicurezza di chi ogni giorno è costretto (e sottolineo costretto) ad attraversarlo, in particolare i pedoni e i bambini che devono percorrerlo a piedi o in bici per andare a scuola.
Non ho nessuna intenzione d’aspettare una tragedia perché qualcuno si attivi. Non c’è più tempo da perdere”. Una situazione da non sottovalutare e che richiede un intervento urgente da parte degli Enti preposti.
“In realtà avevo anche pensato ad un’azione di protesta plateale, tipo incatenarmi al parapetto del ponte. Considerato il rischio di cadere nel fiume con un pezzo di parapetto arrugginito in mano, ho desistito dall’intento.
Dovrò inventarmi qualcos’altro”.










