Salvatore Usala, nuova protesta: “Pronti allo sciopero della fame”

La battaglia per i diritti dei disabili e dei malati di Sla continua


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Continua la battaglia dei malati di Sla contro il Governo. “Entro fine settembre – annuncia Salvatore Usala, malato di Sla di Monserrato, e presidente del ‘Comitato 16 Novembre’ – vogliamo un incontro con i ministri competenti, in caso contrario stiamo organizzando un presidio a Roma con sciopero della fame, e se necessario della sete”. Quello che in sostanza viene chiesto è di destinare dei fondi, 4,5 miliardi di euro, per il ritorno in famiglia di malati e anziani che lo desiderano, e che si trovano attualmente nelle Residenze sanitarie assistenziali.

La proposta nel dettaglio. “Si propone di destinare il 50 per cento da erogare alla famiglia che si riprenda in carico il paziente. Si risparmiano 2,25 miliardi di euro da destinare al mancato aumento 2013 dell’iva per 2,1 miliardi di euro. Rimangono 2,4 miliardi di euro che arriverebbero a 3,2 miliardi con pensioni, indennità di accompagnamento e mancate rette dovute che il paziente s’impegna a destinare al PAI per il 50 per cento. Per esempio: un paziente gravissimo costa allo stato almeno 80.000 euro, si propone di erogare 40.000 euro che sommati a pensione di invalidità e indennità di accompagnamento, che in RSA non percepiscono, portano la cifra a 49.000 euro sufficienti per assumere 3 assistenti”.

“Abbiamo fatto numerosi incontri con rappresentanti del Governo – fa sapere Usala – tutti con un nulla di fatto. Abbiamo cercato di discutere il nostro progetto, inutilmente. Il Sottosegretario Fadda dice che le nostre proposte sono’fantascienza’. E lo stesso onorevole Fadda è impegnato da 20 anni per lo sviluppo dell’assistenza domiciliare, in Sardegna è stato uno dei fautori del ‘Modello Sardegna’ che ha portato al dimezzamento dei posti in Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), ed un’assistenza domiciliare adeguata ai bisogni, con un dimezzamento dei costi: lo stesso modello da noi proposto”.

“Questo è un piano  facile da realizzare – si legge in un comunicato – nessuna Corte Costituzionale può bocciarlo. Propone risparmi strutturali destinati ad aumentare nel tempo ed occupazione stabile, rispetto della libertà e dignità del malato, garanzia di una assistenza domiciliare adeguata alle necessità e in grado di evitare ricoveri in reparti di rianimazione. Sarebbe utile fare piani formativi con fondi strutturali europei  con progetti POR regionali.


In questo articolo: