Michele Ennas, Segretario regionale Lega Sardegna e Alessandro Sorgia consigliere regionale Lega Sardegna sono intervenuti con una nota sulla molto discussa questione del decreto salva casa. “Ancora una volta la giunta Todde e la maggioranza hanno voluto penalizzare i sardi arrivando con grande ritardo a produrre una norma regionale per recepire il decreto Salva Casa benché lo stesso potesse essere da subito operativo. Nulla a che vedere con l’autonomia ma piuttosto l’evidente necessità di ostacolare un provvedimento pensato per sanare e semplificare bloccando tante pratiche edilizie e penalizzato famiglie, piccoli proprietari e imprese. Ben vengano i recepimenti di quanto previsto dal decreto nazionale Salva Casa. Meno alcuni passaggi forzatamente modificati prontamente segnalati sia dall’opposizione, anche ieri in aula, che dagli ordini professionali. Pareri di cui non si è voluto tenere conto. Lo stesso assessore Spanedda aveva dichiarato che gli svariati casi possono portare a valutare situazioni particolari non si capisce dunque il perché si debba modificare quanto previsto da una norma nazionale. E precisano: “A questo punto si è autorizzati a pensare che questo reiterato atteggiamento faccia parte di una strategia di sopravvivenza della Todde e della sua giunta impegnata a produrre leggi che puntualmente per un motivo o per l’altro vengono rispedite al mittente, creando il caos. Atteggiamento ideologico e ostile come dimostra la risposta scomposta della Todde al ministro Salvini.”Nella nota si evidenzia inoltre come “La Presidente e la sua Giunta continuano a non ascoltare nessuno e tirano dritti come se nulla fosse, come hanno fatto anche quando non hanno tenuto conto della volontà di 211.000 sardi e della loro proposta di legge contro la speculazione energetica. Tutto questo mentre la Ragioneria dello Stato mette la lente di ingrandimento sulla finanziaria della giunta arrivata dopo il record negativo di 4 mesi di esercizio provvisorio e mentre la maggioranza con un blitz di fine seduta approva una mozione per impegnare la Giunta a un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale sulla vicenda della decadenza Todde. Un ricorso senza alcun fondamento giuridico, pensato solo per tenere in piedi una Giunta ormai politicamente al capolinea. A pagare come sempre sono i sardi”.