Roberto, parrucchiere di Cagliari: “Rimborsi per la sanificazione del locale? Non ho visto un centesimo”

Dopo la denuncia dell’Adiconsum sui “barbieri furbetti che aumentano i prezzi per le sanificazioni”, parlano loro, i parrucchieri stremati dopo mesi di chiusura: “Alcol, varechina e amuchina tutti pagati da me: ogni cliente mi costa 1,50 euro in più. Alcuni miei colleghi aumentano i prezzi? Ognuno fa quel che vuole”


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Gli aumenti dei prezzi da parte di alcuni parrucchieri ed estetiste che hanno cancellato dagli scontrini la voce “tassa Covid” ma, contemporaneamente, hanno alzato il costo di un taglio o di una ceretta? Ci sono anche a Cagliari, come denunciato dal presidente dell’Adiconsum Sardegna Giorgio Vargiu. Ma, ovviamente, non sono tutti. Vargiu ha affermato che “hanno già ricevuto i contributi dallo Stato per sanificare”. Roberto Pisano, parrucchiere cagliaritano di 55 anni, da diciassette ha un salone in via Palestrina: “No alla caccia alle streghe, io non ho ricevuto nulla dallo Stato ma, anzi, ho dovuto spendere di tasca mia per sanificare. Ho fatto la richiesta, so che è prevista una percentuale che non ricopre tutte le spese. Non ho aumentato i prezzi”, afferma Pisano, “e ho ripulito tutto di tasca mia. Ho utilizzato alcol e varechina, spruzzando l’amuchina pure sulle pareti. Non posso utilizzare il pennellino, consumo dischetti di cotone oltre a mantelline, asciugamani e girocollo monouso e altro alcol per sanificare l’attrezzatura. Ogni cliente mi costa 1,50 euro in più rispetto al passato”.

Soldi dallo Stato, quindi, zero: “Non sono obbligato a chiamare una ditta per fare le pulizie. Tra l’altro, il modulo per i rimborsi l’ho compilato e spedito già da un po’. Alcuni colleghi hanno alzato i prezzi? Ognuno è libero di fare ciò che vuole”.


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