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La definisce una “guerra tra poveri”, quella dei fattorini di Deliveroo, Riccardo Piras. Ventisette anni, di Uta, fa questo lavoro da due mesi e mezzo. E le grane non mancano: “Stanno riducendo le ore a tutti perché assumono nuove persone di continuo, e i nuovi fattorini soppiantano quelli vecchi. Ci viene detto che siamo lavoratori autonomi”, afferma Piras, “ma la verità è che c’è chi si fa pagare con ritenuta d’acconto e chi con partita Iva, col rischio che ci venga negato il lavoro da un momento all’altro. Se tutto va bene riesco a fare 15 ore ogni settimana per trecento euro netti, senza assicurazione e utilizzando il mio mezzo di trasporto”, quindi “con un alto rischio, visto che non c’è nessun tipo di garanzia”. È ancora studente, Piras: “Non esiste assumere nuove persone e, per così dire, licenziare quelle che ci sono da molto. Chiedo una maggiore trasparenza a Deliveroo, deve estendere le zone nelle quali possiamo lavorare. In passato ho fatto il portapizze, purtroppo in Italia la situazione lavorativa non è ottimale per noi giovani”.