Si chiama “Collaga-menti” promossa dal Mondo Eco festival letterario presso l’Orto Giardino Mariposa de Cardu, in località Su Idanu a Quartucciu, ingresso da via Goffredo Mameli, oggi alle ore 18.00, verrà presentato “Mi chiamo Marisa e dammi del tu”, di Maria Teresa Casu.
“Amava la musica, e le piccole dita, che qualcuno poco accorto, aveva giudicato inadatte al pianoforte, girovagavano sulla tastiera con una perizia che lasciava trasparire la sua dedizione.”
Il romanzo racchiude la storia della protagonista, Giovanna,e della sua crescita interiore di fronte alle situazioni particolari che la vita le propone nelle fasi più significative della sua esistenza. La bambina che osserva con ingenuità ciò che le ruota attorno; la ragazza alla scoperta di sé nella intricata rete dell’adolescenza; infine l’adulta che sa molto bene quanto ogni traguardo
corrisponda a un nuovo inizio, e gli avvenimenti si devono osservare da diverse angolature.
Un terreno abbandonato trasformato in un’oasi, in un orto condiviso per la riscoperta del rapporto salvifico con la terra e le tradizioni: bambini, anziani, migranti, e tutti coloro che vogliono, possono recarsi liberamente a coltivare i propri ortaggi. Anche un’attività di pet therapy per i bambini diversamente abili o affetti da autismo o con disturbi dell’apprendimento. Ideato dall’associazione “Il Crogiuolo” nell’ambito del progetto di teatro a sostegno dei fragili “Mariposa de Cardu”. Aiutare attraverso il teatro le realtà che fanno del supporto ai giovani, agli anziani, ai fragili, ai malati, è lo scopo di “Mariposa de cardu”, una serie di iniziative in memoria anche dell’insegnante Luisa Atzeri, volontaria e attivista dell’associazione “Oltre le sbarre”. Tante le scolaresche in visita “nell’ottica di una riscoperta del rapporto salvifico con la terra e le tradizioni” aveva spiegato la direttrice artistica del Crogiuolo Rita Atzeri. Questo progetto di comunità è portato avanti da volontari di tutte le età, un luogo che accoglie eventi di spettacolo e cultura al calar della sera, al lume di candela, con le sedie portate da casa per condividere storie e racconti. Dopo un anno dalla sua nascita, anche il “Teatro a sostegno dei fragili”, grazie agli attori, ai musicisti, alle compagnie, incontrare: i bambini e le bambine all’oratorio della Chiesa di San Pietro Pascasio in un laboratorio teatrale, tenuto da Marta Gessa; gli anziani della Casa di riposo Vittorio Emanuele di Pirri e Casa Farci di MaracalagonisMaracalagonis; i ragazzi dell’oasi vincenziana di QuartuQuartu; i pazienti delle RSA Fondazione Randazzo, Gersia di Selargius, gli utenti dell’Anfass di Selargius; gli ospiti della Residenza Lucrezia e del centro Norma di Quartu Sant’Elena, del Don Orione di Selargius; i centri Aias di Decimomannu e Domusnovas.
Vivere appieno il significato della parola servizio e l’importanza dell’incontro, insomma, “portare il teatro in questi contesti è sempre stato un dono, che abbiamo ricevuto più che fatto” si legge nella pagina ufficiale.
Mariposa de Cardu, grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale di Quartucciu in primis e della cooperativa Ali servizi, che lo hanno accolto, è anche potuto essere un fondo biblario animato con cuore nella biblioteca di Quartucciu, da cui è potuto partire il book crossing negli esercizi commerciali e le animazioni nelle scuole.
Ma soprattutto Mariposa de Cardu è l’avventura della nascita dell’Orto Giardino con annesso Teatro di Terra, uno spazio nuovo in cui sperimentare e vivere il significato della parola compagno.
Una realtà che esiste solo ed esclusivamente grazie al lavoro, alla passione, all’amicizia di tanti volontari e volontarie, che hanno creduto in un’impresa che sembrava impossibile, riportare, quello che ormai era diventato un canneto inestricabile alla sua origine di orto. Un orto in cui, grazie alla sapiente guida di Salvatore Porta, si è scelto di praticare l’agricoltura sinergica, come modello di società inclusiva e paritaria, dove ciascuno impara dall’altro e sostiene l’altro, esattamente come fanno le diverse specie di piante nei caratteristici bancali.
Determinante è stato l’apporto di altre associazioni del territorio, che al progetto originale hanno affiancato progettualità autonome. È stato il caso dell’Anpi di Quartucciu, con il suo “Adotta un partigiano con un fiore” ( progetto ideato da Beppe Pisu), dell’associazione Impari po imparai, di Quarto Josso e dell’associazione Altri passi di Cristina Ghinolfi e Roberta Melis.
Nell’Orto Giardino sono stati decine i progetti didattici attivati non solo con la scuola primaria di Quartucciu e Selargius, ma anche con istituti superiori e corsi di formazione.
Un privilegio aver avuto la possibilità di praticare l’orto e vivere esperienze olistiche, come il bagno sonoro “Pierpaolo Bistrussu è stato il nostro anfitrione in questo caso” con i ragazzi dell’Anfass di Selargius, dell’associazione Diversamente Onlus di Cagliari e Domus de Luna di Quartucciu, oltre che con le singole persone seguite da un educatore.
Mariposa de Cardu ha, inoltre, attivato un’importante collaborazione con il Tribunale dei minori di Cagliari.
Un’altra collaborazione di rilievo è quella con Simona Cao, dell’associazione Casa Famiglia Killia di Selargius, con la quale si è iniziato un discorso sulla Pat teraphy.
Numerosi anche i laboratori organizzati da quelli esperenziali sull’uso del fico d’India, curati dall’azienda agricola Opuntia di Dolianova, ai laboratori di intreccio della canne, inpagliatura sedie, creazione corone d’avvento, sapone, costruzione di un bancale, e ancora incontri di formazione per associazioni.
Prendersi cura della Terra, “vederla fiorire è stato curare noi stessi e gli altri. Creare comunione e quindi comunità. Un lavoro che proprio nella sua dimensione agricola esplicita la sua valenza culturale e politica di recupero di un territorio, di presidio e custodia del verde e della storia locale.
Il Teatro di Terra ha ospitato circa un centinaio di iniziative tra spettacoli teatrali e musicali e presentazioni di libri e CD”.
Mariposa de Cardu nasce per ricordare due persone speciali prematuramente scomparse Luisa e Stefano Atzeri. “La fine di una vita deve corrispondere ad una nuova nascita. Non sono certo mancati i momenti di difficoltà, dai furti, alle diffidenze o preconcetti da vincere, ma ogni situazione critica è servita a mettersi in gioco e cercare di migliorare e superare le criticità.
È forte il sentimento di gratitudine verso tutti e tutte, in primis verso chi ha avuto il merito di rilevare criticità, che se ignorate non avrebbero portato alla realtà che oggi è l’Orto Giardino di Mariposa de Cardu”.