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Terzo sit-in di protesta in meno di un mese davanti all’Assl di Quartu, in via Bizet, da parte dei pensionati. Il motivo – meglio, i motivi – sono sempre gli stessi: il taglio degli orari per le visite (solo il lunedì mattina e il mercoledì pomeriggio) e le conseguenti lunghe attese per poter ritirare i medicinali. “Siamo passati da quattro giorni a settimana a tre e poi, in seguito all’emergenza Covid, la distribuzione di presìdi sanitari, farmaci e alimenti speciali è stata ridotta a due giorni la settimana”, spiega Enrico Rubiu dell’Usb. “I tempi di attesa, sommati a quelli del viaggio per chi arriva da altri comuni come Villasimus, sono lunghi e si trascorrono all’aperto, sotto al sole o la pioggia, non c’è nemmeno una pensilina dove ripararsi dalle avversità atmosferiche”. E anche oggi, tra chi è riuscito ad uscire di casa sulla carrozzina per poter ritirare i medicinali e chi è arrivato all’alba dopo essere partito da Sinnai, i disagi sono stati davvero tanti. Gianfranco Angioni dell’Usb, presente alla manifestazione, rincara la dose: “Appoggio in pieno questa vertenza dei pensionati. Bisogna garantire l’invio dei presìdi sanitari a domicilio per i pazienti più fragili. Dov’è finito il diritto alla salute?”.
Qualche ora dopo il sit in, la possibile svolta, sempre comunicata dall’Usb: “Il sindacato ha incontrato il direttore amministrativo dell’Ats, Attilio Murru. La delegazione ha spiegato le motivazioni e criticità alla base della protesta che devono essere risolte quanto prima. Quando nacque questo servizio, la distribuzione dei presidi sanitari, farmaci e alimenti speciali veniva effettuata quattro giorni a settimana, passata poi a tre giorni ed a seguito dell’emergenza Covid la distribuzione dei presidi sanitari, farmaci e alimenti speciali è stata ridotta a due giorni la settimana; questo comporta maggiore affollamento (e le autorità sanitarie dovrebbero sapere quali conseguenze possono derivare dagli assembramenti), questo in disprezzo alla normativa che impedisce assembramenti e soprattutto alla dignità dei familiari care-giver, costretti a lasciare i loro assistiti per ore. I familiari degli assistiti Adi e Usb-Pensionati, per ovviare alle attuali criticità, hanno proposto al direttore amministrativoche la distribuzione dei presìdi sanitari sia fatta a domicilio, come già si fa con i pannoloni, o renderli fruibili nelle farmacie sul territorio, modalità per altro già attuate in altri distretti. Il dottor Murru ha convenuto che le criticità sono effettivamente reali ed ha dichiarato che si opererà in tempi brevissimi per l’analisi del problema e ricerca di adeguate soluzioni. La delegazione USB Pensionati resta in attesa di una risposta, concordata all’incirca fra dieci giorni, e sino ad allora si asterrà da mettere in atto altre forme di protesta e sensibilizzazione, quali il coinvolgimento del Prefetto di Cagliari e dei Consigli e sindaci comunali interessati”.