Quartu, Milia lancia il progetto Oasi: “Piccoli rifugi accoglienti per i cani randagi”

A poco più di un mese dal voto che chiamerà alle urne i cittadini di Quartu Sant’Elena per eleggere il nuovo sindaco, il candidato  Graziano Milia nel suo programma include anche gli animali di affezione “che fanno ormai parte integrante delle nostre vite e delle nostre famiglie”


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“Oasi” per i cani randagi, il progetto di Graziano Milia che prevede la realizzazione di piccoli rifugi accoglienti dove gli amici a quattro zampe meno fortunati potranno trovare accoglienza e assistenza in attesa di una una sistemazione definitiva. A poco più di un mese dal voto che chiamerà alle urne i cittadini di Quartu Sant’Elena per eleggere il nuovo sindaco, il candidato  Graziano Milia nel suo programma include anche gli animali di affezione “che fanno ormai parte integrante delle nostre vite e delle nostre famiglie. Riconosciamo loro la titolarità di diritti e la capacità di esprimere sentimenti e di provare emozioni” spiega Milia. La normativa nazionale e quella regionale hanno recepito, negli ultimi trent’anni l’evoluzione del rapporto uomo-animale con delle leggi molto avanzate, messe in atto solo in parte dai territori. Il Comune di Quartu Sant’Elena fu il primo in Sardegna ad adeguarsi alla legge regionale 21 del ’94, che detta norme sulla protezione degli animali e sull’istituzione dell’anagrafe canina. “Vogliamo tornare ad essere comune capofila in questo ambito, con un nuovo modello etico di gestione basato sul benessere degli animali e su un contrasto efficace al fenomeno del randagismo, fino al suo azzeramento”.
I cani recuperati nel territorio di Quartu attualmente sono circa 400, presi in carico dal canile Shardana col quale è in essere una convenzione triennale da un milione e mezzo di euro. “Noi vogliamo sfruttare il tempo che rimane fino alla scadenza della convenzione per trovare, all’interno del territorio, soluzioni innovative con un sistema di accoglienza diffusa alternativo al canile tradizionale. Pensiamo alla presenza di un canile sanitario e di un centro servizi dove gli animali appena recuperati possano essere identificati, microchippati, sterilizzati e curati da personale veterinario. Pensiamo poi a dei piccoli rifugi, denominati “Oasi” dove gli animali possano trovare accoglienza da parte dei volontari subito dopo il passaggio nel canile sanitario. Le oasi, dotate di adeguati spazi al chiuso e all’aperto, ospiteranno fino ad un massimo di 29 cani, saranno dislocate in vari punti del territorio ed aperte alle visite e alla collaborazione di tutti i cittadini, per incentivare e favorire il più possibile le adozioni nello stesso ambito di provenienza degli animali. Questo sistema rappresenta in pratica un canile diffuso nel territorio, moderno, dinamico ed etico, perfettamente adattabile anche nella versione gattile, e che vede coinvolti insieme al Comune le organizzazioni di volontariato, l’Ats e l’intera comunità cittadina. Questo modello presenta indubbi vantaggi anche sotto il profilo del budget e della realizzabilità: è possibile metterlo in piedi rapidamente sfruttando alcune leve presenti nel Codice degli Appalti, che all’articolo 190 prevede il cosiddetto “baratto amministrativo”. Il Comune individua dei criteri precisi per scopi specifici sui quali i privati e le associazioni di cittadini possono avanzare delle proposte che, se giudicate idonee dall’amministrazione, potranno portare alla concessione delle aree per la realizzazione di quei determinati fini”.


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