Gli stipendi, pagati solo in parte, sono al centro di nuovi problemi e polemiche che riguardano la Rsa intitolata a monsignor Angioni nelle campagne di Flumini di Quartu. A dirlo, con una nota di fuoco e dettagliata, è la Fials. I suoi segretari provinciali Paolo Cugliara e Giampaolo Mascia hanno raccolto varie segnalazioni dei lavoratori: “I dipendenti devono ricevere ancora il 30 per cento dello stipendio, proprio mentre oggi decorre il pagamento dello stipendio di gennaio 2023. Parrebbe che questo ennesimo ritardo sia stato rappresentato dall’azienda ai lavoratori come conseguenza di un presunto problema informatico da parte di Ares”, scrivono i due sindacalisti. L’email è stata inviata all’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, alla direttrice generale dell’Ares Annamaria Tomasella e anche alla stessa congregazione delle suore figlie di Maria madre della divina provvidenza: “La retribuzione deve essere corrisposta al lavoratore in una data stabilita, comunque non oltre il settimo giorno lavorativo successivo alla fine di ciascun mese. In caso di ritardo nella corresponsione della retribuzione, la struttura è tenuta a corrispondere anche gli interessi legali maturati, secondo le norme di legge vigenti”.
I sindacalisti ricordano anche che “la mancata regolare retribuzione incide gravemente nell’economia familiare e sociale di tutti i dipendenti, al punto che molti di essi sono in questo momento in gravissima difficoltà nell’onorare regolarmente le proprie scadenze. In merito, si evidenzia che per il dipendente, il ritardo di pagamento dei suoi creditori, per esempio delle bollette o della rata del mutuo, comporta come conseguenza l’applicazione di un interesse di mora. Pertanto, nelle medesime condizioni, anche il datore di lavoro sarà chiamato a pagare lo stipendio più lo stipendio arretrato più gli interessi di mora. Il ministero dell’Economia con il decreto del 12/12/2007 ha stabilito che il tasso di interesse di mora da applicare in questo caso è pari al 3%”. E Cugliara e Mascia gettano anche un’ombra sulla festa, avvenuta lo scorso 25 gennaio, del Giubileo dell’opera del buon pastore: “Ci si chiede se possa avere avuto conseguenze finanziarie la notevole spesa effettuata dalla Congregazione nell’effettuare il festeggiamento, indice di elevata capacità di liquidità che stride fortemente con la situazione sopraccitata. La Fials sollecita l’immediata regolarizzazione delle spettanze ai dipendenti, preavvisando che a tutela dei lavoratori interessati metterà in campo tutte le azioni più opportune, nessuna esclusa”.











