di Gaia De Donato, Pula
Avevo scelto il silenzio, durante ma anche subito dopo la mia esperienza di consigliere comunale; me lo ero imposto pur sapendo che la mia scelta non sarebbe stata capita fino in fondo.
Ho preferito mantenere un basso profilo, come si addice a chi dovrebbe rappresentare le istanze della comunità piuttosto che replicare ai continui attacchi velenosi e sarcastici indirizzati alla sottoscritta.
Ho preferito subire in silenzio ed aspettare l’evoluzione degli eventi e senza alcuna sorpresa, ho avuto la conferma rispetto a tante cose, prima solo immaginate.
Ora è arrivato il momento di parlare, stavolta da semplice cittadino che intende far conoscere le proprie testimonianze su quanto vissuto dentro le “stanze del Municipio”.
Innanzitutto prendo atto (finalmente!) che, le presunte e vaghe “ambizioni” attribuite alla sottoscritta erano in realtà la premessa per gli obiettivi ben più concreti, “brillantemente” raggiunti dai miei stessi detrattori. Inoltre, non essendo più parte in causa di alcuna campagna elettorale, ritengo di avere sufficiente lucidità per valutare i punti prioritari dei programmi ma anche di essere libera di indignarmi di fronte alle tante ipocrisie e contraddizioni che sto sentendo in questi giorni.
Premetto che il “mettere alla gogna” l’avversario politico sia lo strumento meno indicato per attirare più consensi elettorali; è altrettanto vero che replicare agli “attacchi” in maniera civile sia un diritto sacrosanto per chiunque li subisca. Il riferimento riguarda l’ex gruppo misto di minoranza ( o “go pula”) che, quando è stato chiamato in causa, ha giustamente reagito alle critiche ricevute (salvo poi decidere di invitare parte di quei denigratori alla stessa “tavolata”) ma che da quella esperienza ha imparato molto bene l’arte del dileggio esercitato in forme di dubbio gusto, verso i propri avversari politici; ricordiamo tutti la vignetta dedicata alla sindaca con la faccia rivolta al muro che se non aveva contenuti “sessisti”, nulla aveva a che fare con la sana satira politica.
Dico ciò, non per fare la morale agli interessati, ma per sottolineare con disappunto la contraddittorietà di una politica che sempre meno opera nelle “direzioni” agognate dalla comunità.
Ecco perchè sentire oggi i loro esponenti dire a gran voce dal palco che si vuole ricreare un “clima di serenità, di collaborazione, di ascolto e generosità…” dopo che per tre anni hanno alimentato loro stessi un clima pesantissimo in questo paese, suona quantomeno anomalo. E non si dica per favore che gruppo misto e gopula sono due voci distinte, perché sono la stessa voce non solo quando gli fa comodo.
Da parte loro, invece, i consiglieri di Libertas, nella propria lettera di presentazione, si dichiaravano apertamente “pronti ad esprimere i propri rappresentanti in seno alla Giunta Comunale a garanzia che l’esecutivo abbia il supporto di tutti e sostenga il sindaco”. In maniera univoca ed esplicita, dato che di assessori la Giunta è composta, chiedevano al Sindaco di avere qualche assessorato. Ricordo molto bene quel giorno in Consiglio. Ricordo bene anche l’intervento dell’attuale candidato sindaco che dichiarava: “Chiediamo la sfiducia del Sindaco!” (mi chiedo: sfiducia per la costituzione di un gruppo di maggioranza?!) e il gruppo Libertas che rispondeva rassicurante:…”nessun rischio di sfiducia, consigliere…”. Qualcosa ora mi dice che gli uni con gli altri già da allora avessero in mente qualcosa. Certo, nessun rischio fintanto che qualche assessorato gliel’ avessero dato…. Ad onore del vero forse non tutti i componenti del gruppo chiedevano un assessorato. C’era chi vi aveva appena rinunciato per motivi personali.
Da lì a poco cominciò a girare la voce che l’ex assessore a settembre sarebbe diventato il Segretario del Pd locale. Malelingue, pensai. Continuai a pensarlo anche quando a settembre venne effettivamente eletto segretario del Pd locale… Dopotutto poteva sempre trattarsi di una coincidenza…
Così per mesi e mesi si è andati avanti con una maggioranza costituita da una parte da una giunta e da un gruppo di consiglieri che dovevano portare avanti il lavoro e dall’altra da quattro consiglieri che apparentemente controllavano che il lavoro venisse svolto nel modo corretto. Perché questa era la loro nuova missione.
Ma perché invece che fare i controllori, non collaboravano mettendo le loro presunte capacità a disposizione dei colleghi che annaspavano per la mole di lavoro da portare avanti? Troppo facile non fare niente e giocare sui difetti caratteriali della sindaca.
Dove erano quando per mesi non si presentavano in Consiglio? Dove erano quando in maggioranza venivano discussi i progetti da portare avanti? Dove erano quando il paese stagnava in oggettiva difficoltà specie in quei settori nei quali oggi si dichiarano tutti esperti? Dove erano? E oggi salgono sul palco a dire: Ho un sogno…Un paese bello, prospero, dove tutti saremo ricchi e felici… Perché non vi mostrano i verbali comunali dove si vede quante volte sono andati in Consiglio, quante volte in maggioranza, quanti progetti concreti hanno presentato (l’unico peraltro ritirato da loro stessi durante un Consiglio Comunale..)? Perché non vi raccontano la qualità dei loro interventi quando all’improvviso hanno deciso di ricomparire in Consiglio? Costruttivi? Macché, votavano solo contro… Ostruzionismo allo stato puro, ecco cosa hanno fatto per un anno e mezzo…. Scelte o azioni politiche che dovevano essere discusse in maggioranza, venivano discusse in consiglio solo per demolirle pubblicamente… Oggi parlano di grandi progetti ma non sono riusciti a votare neanche il nuovo regolamento comunale per la concessione dei loculi cimiteriali, piccole ma importanti cose per gli abitanti del paese …
Eppure continuano a dire che non li lasciavano lavorare e che oggi hanno tanti bei sogni per questo paese.
Per carità, i sogni fanno bene alla politica ma li dovrebbero lasciare fare ai nuovi candidati della lista. Quelli che non hanno mai amministrato e che iniziano una nuova avventura di cui non sanno niente e la vivono con un po’di incoscienza e di sano entusiasmo. Purtroppo anche loro si renderanno conto che amministrare non è semplice, specie quando si è alle prime armi. Hai bisogno di tempo per capire come funziona la macchina amministrativa e quando lo capisci scopri che la burocrazia è il vero fardello delle amministrazioni. Quello che tu vorresti fare in un mese, nella migliore delle ipotesi lo riesci a fare in sei mesi. E questo chiunque abbia amministrato lo sa molto bene. Ecco perché non vedo onestà intellettuale in quegli ex consiglieri ed ex amministratori che oggi vi dicono che non è stato fatto niente in tre anni, per di più quando all’interno loro stessi hanno fatto ostruzionismo e impedito di lavorare su qualunque fronte.
Certo che si doveva e poteva migliorare, ci mancherebbe altro. Ma non è un caso che la legge stabilisca cinque anni per un mandato elettorale. Perché è solo dopo che l’elettore è in grado di giudicare l’operato di un’amministrazione. Non ha lavorato bene? A casa. Ha lavorato bene? Lo riconfermo. Questa è la democrazia. Questo è dare al popolo il diritto di scegliere. Il resto è solo smania di potere, desiderio di rivalsa, mero interesse personale.
Ho sentito tante e tali sciocchezze durante gli interventi di questa campagna elettorale che mi chiedo se mentano sapendo di mentire o se semplicemente ignorano quello che dicono. Ho sentito parlare di progetti comunitari come se si stesse parlando di ricette di cucina, senza minimamente tener conto della complessità degli stessi, non tanto nell’accedervi quanto nel gestirli da parte degli uffici comunali, già oberati di lavoro. E pur di fare demagogia nascondono anche che diversi Assessori spiegavano regolarmente in Consiglio di aver usufruito di numerosi finanziamenti europei e regionali.
Negli ultimi anni la mia posizione dentro il Consiglio, per quanto contestata e ritenuta ambigua, poteva essere solo una: l’astensione. Non mi sentivo parte della maggioranza ma non mi sentivo neanche parte del nuovo sodalizio tra minoranza e parte della maggioranza.
Non mi è mai interessato non andare in Consiglio, facendo un torto ai cittadini, solo per dimostrare chi in realtà avesse il coltello dalla parte del manico. Non mi piacciono i ricatti. Non mi sono mai piaciuti.
Oggi a pochi giorni dal voto non mi asterrò più. Non ho più la “rappresentanza” che, allora, mi fu conferita dai cittadini. Oggi rappresento unicamente me stessa. E voterò con la consapevolezza di chi le cose le ha viste e vissute sulla propria pelle, e alla demagogia e al facile populismo non crede più da un pezzo.











