In turno ogni sera, solitamente già operativi dalle 18.30 fino a tardi, con ultima consegna anche verso mezzanotte. Casco, scooter e via a tutto gas, con bauletto pieno in mezzo al traffico spesso impazzito. E’ la dura vita dei porta pizza, spesso studenti universitari, laureati, ma anche semplici disoccupati che per tirare a campare accettano poche banconote come diaria giornaliera. Se si è fortunati, si riesce a portare a casa dai 25 ai 30 euro, spesso in nero, mentre chi è assicurato con busta paga, ha la paghetta un po’ più lauta. Schivi nel parlare, a Cagliari è così: non gradiscono che si rendano pubbliche certe situazioni personali o puntare i riflettori sul loro lavoro, forse per timore, ma il loro lavoro è rischioso, stressante, costretti spesso per arrivare prima a destinazione dai clienti che ordinano le pizze anche a gimcane tra le auto ai semafori, andature a folli velocità contromano o stare attenti dall’essere schiacciati da pullman o altri motocicli.
Ma il lavoro richiede di arrivare il prima possibile, anche sei i contenitori mantengono le pizze calde, non c’è istante da perdere. Chiusa la consegna, si torna immediatamente al locale per la successiva ordinazione con le pizze già pronte e incartate: ieri a Monserrato, (come in diversi altri sinistri soprattutto nelle strade urbane), poteva andare peggio, l’incidente in via Del Redentore tra un porta pizza e il conducente di una Fiat Bravo poteva avere conseguenze più gravi, fortunatamente non è stato così. A volte gioca in negativo la fretta, una distrazione poi fa il peggio, come accade spesso in generale.
IL COMMENTO. “Come responsabile della Big Luciano di Settimo e Sestu – commenta Luciano Auriemma – credo non si debbano fare troppe critiche sulla questione dei portapizze in città, ad esempio conosco personalmente i titolari di Su Stampu e so che hanno tutti i dipendenti assicurati come giusto che sia. E che il lavoro del porta pizza non sia facile è vero, perché devi sempre correre a destra e a sinistra per rispettare gli orari delle consegne ma è anche vero che questo è il loro mestiere e come ogni lavoro si incorre a dei rischi. Per fortuna a me in 20 anni di attività sono capitati pochi incidenti lievi ma devi metterli in conto, non cerchiamo però di farne una polemica sul caso ma ringraziamo che è stato solo un brutto incidente con nessuno si è fatto male. In generale – evidenzia sempre Auriemma – è difficile condurre un’attività, ma basta un niente per farci crollare, alcune volte una critica, un commento sbagliato e il lavoro può cambiare e se il lavoro cambia siamo costretti a mandare degli operai a casa e questo non è giusto, dato che cerchiamo di assumere e portare lavoro nella nostra terra. Noi gestori facciamo tanti sacrifici ma nessuno lo sa che molte volte non vediamo nemmeno i nostri figli per giorni perchè quando usciamo loro sono a scuola e quando torniamo dormono”.












