Pomodori di Pula, la Cgil:”Macchè metalli pesanti, basta diffamazioni”

Continua la polemica dopo l’interpellanza di Claudia Zuncheddu

Ha destato scalpore e stupore tra le maestranze della Cooperativa Santa Margherita Terra e Sole e la Flai Cgil che quelle maestranze
rappresenta, l’interpellanza presentata in Consiglio Regionale della Sardegna circa la presenza di metalli pesanti nei terreni e nelle
falde acquifere del territorio di Sarroch, che secondo l’interpellanza, sarebbe la causa della chiusura di tante aziende
agricole e zootecniche e la perdita di consistenti  fette di mercato, anche oltre Tirreno, dei “famosi pomodori di Pula”.
    La segretaria provinciale Flai Rita Poddesu sottolinea che "nel settore agricolo sardo, ma anche nel territorio oggetto
dell’interpellanza, esistono certamente delle criticità, che sono legate: al blocco del sistema creditizio che mette in pericolo la
sopravvivenza delle aziende; all’assenza di una politica di sostegno al settore dell’orto frutta da parte della Giunta Regionale; alla
presenza diffusa della pratica del lavoro nero e irregolare, che condizione e droga il mercato; alla scarsa capacità di molte aziende
di investire in innovazione e ricerca".
    Però è opportuno evidenziare il fatto che la stragrande maggioranza delle aziende agricole del territorio hanno avuto la
capacità, la voglia e il coraggio di puntare sulla sicurezza, sulla salubrità e sulla qualità dei loro prodotti, e cosa certamente non
secondaria sul rispetto delle norme contrattuali e sulla ricerca delle buone pratiche sociali condivise.
    Tutto ciò è stato possibile perché oltre 100 aziende del territorio hanno acquisito la consapevolezza di creare, attraverso
l’associazionismo, un sistema di filiera, di controllo della qualità delle loro produzioni, e dei disciplinari, che li mettesse al riparo
dai pericoli di immettere nel mercato dei prodotti “indifferenziati”.     Per queste ragioni oggi i “pomodori di Pula” sono famosi nel
mondo, ed è per queste ragioni che i consumatori sono e dovranno stare tranquilli sulla qualità e sulla sicurezza sanitaria dei prodotti
consumati, anche perché sono costantemente sottoposti a rigidi controlli e analisi svolte da organismi indipendenti.
    L’interpellanza presentata, ha provocato un danno importante al buon nome dei prodotti e dei lavoratori che di quel sistema traggono
sostentamento, pertanto diventa indispensabile che su tale argomento venga fatta chiarezza con gli stessi mezzi, anche di informazione, con
cui la notizia è stata data.
 


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