“È fondamentale avere rispetto per la vita in tutte le sue forme, e uccidere per divertimento è follia pura”. Il carnevale impazza ma una usanza scatena polemiche e indignazione da ogni angolo dello stivale: si parla della corsa a cavallo che deve centrare la testa di galline morte, appese, a diffidare il prefetto è Enrico Rizzi che si prodiga per la tutela del benessere animale. Intollerabile, insomma, che vada avanti questa festa con “le modalità previste e consistenti nell’uso di esemplari di animali veri – anche se previamente abbattuti – nel corso della medesima. Ho rappresentato al Prefetto che la non auspicata inottemperanza all’atto dell’ufficio richiesto comporterà la presentazione di una denuncia alla Procura della Repubblica.
Ringrazio nel frattempo l’On. Francesco Emilio Borrelli e l’On. Alessandro Caramiello ai quali ho rappresentato la vicenda e che mi hanno garantito un immediato interessamento”. Scende in campo anche Cosetta Prontu, Lida sezione di Olbia: “Fermiamo la violenza mascherata da tradizione.
Con l’approssimarsi del Carnevale, ci troviamo di fronte a una realtà che non possiamo ignorare: la manifestazione di Su Puddu a Sedilo (OR) rappresenta un episodio di violenza inutile, mascherato da evento culturale. Anche quest’anno, le autorità hanno permesso l’utilizzo di carcasse di volatili come bersagli in questa gara equestre. È importante sottolineare che, sebbene i volatili siano abbattuti prima dell’evento, l’atto di colpirli resta un simbolo di brutalità e insensibilità.
Questa manifestazione non solo ignora la crescente sensibilità verso il benessere animale, ma rischia di perpetuare un messaggio di indifferenza verso la sofferenza, anche quando si tratta di esseri ormai privi di vita. Considerare accettabile una tradizione basata sulla violenza, pur se rivolta a corpi senza vita, ci allontana dal progresso etico che come società dovremmo perseguire.
Invitiamoci a riflettere sul tipo di tradizioni che vogliamo promuovere e i valori che esse rappresentano. Possiamo creare eventi festosi che celebrano la nostra cultura senza ricorrere a pratiche che evocano violenza. Proponiamo un Carnevale che valorizzi l’ingegno, la gioia e il rispetto per ogni forma di vita, superando una volta per tutte riti anacronistici che non trovano più posto nella nostra società moderna e consapevole.
È fondamentale avere rispetto per la vita in tutte le sue forme, e uccidere per divertimento è follia pura. Auspico che nessuno partecipi a questa manifestazione, perché prendere parte a Su Puddu significa condividere e accettare un’idea di violenza che non dovrebbe avere spazio nei nostri cuori e nelle nostre tradizioni. Uniamoci per un cambiamento che faccia del Carnevale un’occasione di vera coesione e rispetto”.