Ancora polemica aperta sul maialetto sardo, ora spunta anche una “lettera mai ascoltata dalla Regione”: “Ora si modifichi quanto prima la legge regionale n’ 28 del 2 agosto 2018 e si proceda in tempi brevissimi ad avviare l’organismo per il riconoscimento della “ DOP PORCETTO SARDO” si contrasterà così la vendita in Sardegna di suinetti provenienti da Olanda, Germania e altre Nazioni. Scoperta una lettera dell’Ente Nazionale Suini inviata alle Autorità Regionali il 20 Luglio 2018 che avvisa dei pericoli sugli incroci del maiale sardo, non ascoltata dalla Regione”.
Tore Piana, presidente del centro studi agricoli, non ci sta: “Il dibattito aperto sul Porcetto Sardo, vede in queste ore una grandissima attenzione da parte dei cittadini Sardi, sulla illogica e assurda Legge Regionale n’28 approvata il 2 Agosto 2018, che vieta le produzione del “ Porcetto Sardo” negli allevamenti a uso familiare, apre finalmente in Sardegna a un serio ragionamento su come valorizzare un intero comparto, che rappresenta usi, costumi, tradizioni, oltre a una considerevole fonte di reddito alle famiglie dei territori dell’interno Sardegna. Ora si avvii immediatamente, insieme alla modifica della scellerata Legge Regionale, l’iter per il riconoscimento della DOP PORCETTO SARDO, che sarà la giusta risposta alla piaga delle importazioni, vendita e consumi in Sardegna di Suinetti provenienti da Olanda e Germania, è quanto propone Tore Piana.
Inoltre si porti all’attenzione la necessità della tutela della Razza Maiale Sardo, problematica che viene evidenziata in una Lettera, inviata alle Autorità Regionali Sarde, in data 20 Luglio 2018 da parte dell’ufficio centrale ANAS (Associazione Nazionale Allevatori Suini).Che allego alla presente. Lettera che non è stata tenuta minimamente in considerazione dalla stessa Regione Sardegna contradicendo con quanto indicato nella Legge Regionale, all’Art.9 che prevede lo studio e la diffusione di incroci del suino di razza Sarda, ponendo così a forte rischio la stessa razza sarda autoctona”.
La bocciatura è stata netta. Sin dalla genesi della legge, con la discussione in consiglio che ha portato all’abbandono dell’aula al momento del voto finale sul provvedimento. Per il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu la sentenza sulla norma in materia di valorizzazione del settore suinicolo sardo è inappellabile: “Tutto come previsto – spiega l’esponente dei moderati – I nostri dubbi si sono materializzati con l’evidente stortura nell’applicazione della normativa. Un progetto che rischia di rompere gli ingranaggi già fragili delle aziende ad economia familiare, che rappresentano la spina dorsale del comparto agrozootecnico isolano”.
Gli appelli del gruppo Udc, per una riflessione più profonda sul testo, sono rimasti inascoltati: “I nodi sono venuti al pettine, considerate le maglie troppo strette della legge approvata che impone alle tenute rurali sarde il divieto di allevare il tradizionale porcetto – conclude Rubiu – Il pericolo, va detto, è che si perda un patrimonio identitario dal valore incomparabile per la Sardegna, schiacciando inoltre centinaia di aziende a livello familiare. Si riprenda dunque il dialogo, per revisionare le parti più controverse della legge e favorire il rilancio del comparto suinicolo isolano”.












