A prima vista è un rudere abbandonato. Ma anche a guardarla bene, una casetta di via Italia a Pirri, attaccata a un negozio di strumenti musicali in via Italia, è tutt’altro che una reggia. Ma abbatterla, a quanto pare, è impossibile. Nelle ultime ore, per colpa di incuria e maltempo, il muro è crollato: alcune transenne circondano i detriti ed evitano il passaggio dei pedoni. Il rudere e il negozio hanno lo stesso proprietario, Salvatore Locci. È lui che, quanto prima, dovrà ripulire il tratto di marciapiede sepolto dai pezzi di cemento: “Quella casa è mia, esiste sin dagli anni Sessanta e il Comune non me la vuole far abbattere”. Come mai? Tutta colpa di un errore che poi, a valanga, ha portato a una serie di divieti. Circa dieci anni fa, infatti, Locci chiede all’amministrazione comunale il permesso di buttare giù tutto e ricostruire, ma arriva il no: “La casa è di interesse storico”, quindi le ruspe devono stare alla larga. Ma Salvatore Locci non ci sta e chiede spiegazioni. E spunta fuori l’amara sorpresa: “C’era un errore nella cartografia, non c’è nessun interesse storico”. Ribaltone, quindi. A quel punto il proprietario pensa di poterla demolire: “E invece no, il permesso non mi è mai arrivato”.
E nelle ultime ore, alla beffa, si è aggiunto il danno del crollo: “Dovrò ripulire tutto io e, poi, metterla in sicurezza”. A telecamera spenta Locci confida di aver battagliato tanto per poter demolire ciò che è suo, e di averne quasi fatto una malattia: “Cosa posso dire?”, conclude, allargando mestamente le braccia. Il rudere resterà lì per chissà ancora quanto tempo. Con via Italia che, ad ogni temporale, in parallelo, continuerà ad allagarsi.










