“Parole”, una mostra dedicata a Grazia Deledda

Nuoro, 10 novembre 2016 – Museo Ciusa


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La Mostra Bibliografica itinerante PAROLE nasce dalla scelta di Legacoop di promuovere e investire sulla cultura fondendo la ricorrenza dei 130 anni dell’organizzazione con le Celebrazioni deleddiane relative al Premio Nobel e agli 80 anni dalla scomparsa della grande scrittrice. L’iniziativa è stata fortemente sostenuta da Totoni Sanna, presidente della Legacoop Nuoro-Ogliastra, nella convinzione che Nuoro sia capace di esportare cultura per le tradizioni e la credibilità dei suoi operatori.

Allestita dalla Cooperativa per i Servizi Bibliotecari su impulso di Bruno Marongiu che ha ideato l’esposizione nelle sue forme, la mostra sarà illustrata nelle diverse tappe dalla saggista Angela Guiso.

La Mostra è una pregevole rassegna dell’attività letteraria della scrittrice Premio Nobel e dei rapporti con pittori e critici, oltre a quelli con gli editori. La scelta narrativa, effigiata da valenti disegnatori, quella poetica ed epistolare, la presenza di riviste di ampio respiro in ambito nazionale e di voci critiche, ne sono la prova e disegnano una trama affascinante e complessa.

Assume particolare valore la proposta in prima edizione, oltre alle altre, di nove romanzi, quattro raccolte di novelle e quarantacinque numeri di nove riviste, ivi compreso il prezioso numero giallo de La lettura del 1 dicembre 1927 con, in apertura, il commento di Mercede Mundula sul premio Nobel, e una copia dell’allora settimanale inglese The Independent .

La varietà dà conto dei diversi periodi della sua vena artistica. Si succedono, così, romanzi e novelle dagli sfondi e temi sardi dentro una geografia centrifuga che vede Nuoro cuore pulsante della sua ispirazione, con, fra gli altri, La via del male, secondo Anna Dolfi “il primo, vero romanzo” e via via fino all’autobiografico e fondamentale Cosima. Seguono quindi Galtellì, Orosei, Orune, Fonni, Mamoiada, Oliena e numerosi altri luoghi del circondario e oltre. Roma, la Pianura Padana, luogo di nascita del marito, le località delle vacanze estive come Cervia, saranno, anch’esse, occasione di nuova ispirazione per altrettante novelle e romanzi. 

Particolare interesse assumono quelli pubblicati da Treves dal 1910, con la copertina ideata a suo tempo da Gabriele D’Annunzio. Realmente punto d’arrivo editoriale se nella lettera ad Anna Manis del 16 giugno 1905 Deledda scriveva: “Per i miei primi romanzi, i sardi (…) mi rinfacciano la modestia dell’editore Speirani!”, che aveva edito in precedenza La via del male, Il tesoro, La giustizia, Paesaggi sardi.

La lunga collaborazione con le riviste, fondamentale trampolino di lancio e di consolidamento della sua fama, è anticipata nella lettera a Stanis Manca del 14 settembre 1892, dove, fin da subito lucidamente consapevole, così scriveva “vedete, i migliori giornali: dalla Natura ed Arte alla Vita Moderna, mi hanno spalancato le loro porte”.

L’occasione per parlarne era stata la pubblicazione di Gabina. Racconto sardo del 1 settembre 1892, di poco precedente i fascicoli 2, 11, 14, 16, 18, 20, 22 del 1893-94 di Natura ed Arte, qui presenti.

L’importante rivista La Lettura è qui ben rappresentata anche grazie alle illustrazioni di Giuseppe Biasi, da lei fortemente richiesto, come emerge dalla lettera a Luigi Albertini del 12 novembre 1914 “Un’altra cosa vorrei chiederLe, e cioè chi eseguirà le illustrazioni del mio romanzo sulla Lettura: spero sarà il pittore Biasi e anzi colgo l’occasione per raccomandarglielo vivamente. In tutti i modi desidero ch’Ella mi rassicuri anche su questo punto, perché, naturalmente, vorrei che le illustrazioni venissero eseguite da un artista che intenda i tipi e il colore locale del racconto.” Il romanzo sarà L’incendio nell’oliveto pubblicato nella Lettura nel 1917, nei fascicoli 6-12.

D’altra parte la sua attenzione per gli amici pittori più titolati è evidente anche per la presenza di Antonio Ballero su Leggende Sarde, in Natura ed Arte, e Giacinto Satta su Malocchio e che, nella lettera a Stanis Manca del 9 gennaio del 1892, vantava di conoscere bene “Conosco quasi tutti i collaboratori di Vita sarda, dal Giacinto Satta, la cui vita è un vero romanzo alla Murger”. Un giudizio più lusinghiero su Satta esprimerà nella lettera ad Angelo De Gubernatis del 29 ottobre 1893 “Le mando un racconto di Natale, con le belle illustrazioni fatte appositamente da un mio buon amico, che è il migliore degli artisti sardi, per la Natura ed Arte, cioè per il suo numero di Natale”.

Ma apprezzabili sono le presenze di Riccardo Salvadori, illustratore di Marianna Sirca su La Lettura, insieme a quella di Giulio Rosso per la raccolta di novelle Dono di Natale nella prima edizione del 1930 e di Vittorio Accornero nell’edizione del 1956, quindi di Enrico Sacchetti per La fuga in Egitto su Il Secolo XX. Sia Marianna Sirca che L’incendio nell’oliveto e La fuga in Egitto sono qui presenti in volume e nelle riviste. Giovanni Ciusa Romagna sarà l’artefice della copertina di Cosima nell’edizione del 1937, mentre La chiesa della solitudine avrà la copertina della pregevole illustratrice Bruna Moretti, meglio nota come Brunetta.

La rivista Ichnusa, a sua volta, chiederà ad Aldo Contini tre disegni per illustrare il monografico numero 7 dedicato a Grazia Deledda nel 1951.

Per quanto riguarda le novelle, le edizioni in volume si riferiscono alle raccolte successive alle pubblicazioni dei singoli racconti in varie riviste che accolgono anche i romanzi. Oltre alle citate Natura ed Arte, La Lettura e Il Secolo XX sono in mostra Rivista delle Tradizioni Popolari Italiane, l’Illustrazione Italiana, Ichnusa, la Revue de Deux Mondes, la Lectures pour touts.

Elias Portolu, La justice e la novella Manzela, qui proposte nell’edizione francese, sono la traduzione, rispettivamente di Elias Portolu, La giustizia e della novella In sartu, da Racconti sardi. Come sempre acuta, nella lettera ad Anna Manis del 16 giugno 1905 la scrittrice affermava l’importanza d’essere conosciuta all’estero: ”In Italia si è parlato di me dopo le traduzioni, e queste non sono stata certo io a cercarle!”

Che fosse scrupolosamente attenta alla produzione editoriale e ai rapporti amicali, costantemente coltivati, si evince dagli epistolari, qui rappresentati da quelli di Luigi Falchi, dall’antologia a cura di Mario Ciusa Romagna e dal libro di Lina Sacchetti che, insieme, presentavano, nell’edizione originale, fondamentali lettere inedite.

Ma significativa risulta la presenza di pagine scelte di Silvio Pellico, per esempio, che narrano a loro volta di rapporti editoriali e di scelte non sempre scontate. Ugo Ojetti, del Corriere della Sera, aveva, a quel tempo, rivolto l’invito a collaborare alle più belle pagine degli scrittori italiani scelte dagli scrittori viventi. Il 27 dicembre del 1920, Deledda aveva risposto “Solo adesso ricevo la Sua del 23, della quale La ringrazio vivamente. Ben volentieri collaborerò alla geniale raccolta. Sceglierei, per adesso, il Machiavelli: la prego di rispondermi subito in proposito per potermi mettere presto al lavoro”

Lei dunque punta sul Machiavelli che però andrà nelle mani di Prezzolini. Il 30 dicembre 1920 la risposta a Ojetti sarà lapidaria: “Allora scelgo il Pellico. In attesa di una Sua conferma La saluto cordialmente”.

Ogni libro racconta una storia che si snoda pagina dopo pagina, ma tace quella del suo farsi, emersa, viceversa, da testimonianze che, corredandola, la arricchiscono. In questa rassegna si son voluti ritrovare l’ansia per la loro pubblicazione e i sentimenti per gli editori e per chi illustrasse con l’arte della pittura il frutto dell’ingegno letterario.

Un piccolo contributo a quella “libridine”, di cui parla Marcello Sensini, che pare accompagnare i cultori della scrittura e della carta stampata. 

 


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