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Oristano, Gregory Porter apre il Festival Dromos

di adminuser
2 Settembre 2017
in eventi

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Dopo l’anteprima di domenica a Mogoro, con il concerto di Dhafer Youssef, prende il via domani (martedì primo agosto) a Oristano il diciannovesimo festival Dromos, in programma fino a ferragosto tra la città capoluogo e altri dieci centri della sua provincia: Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde. Ed è uno degli appuntamenti più attesi quello che, alle 21.30 in piazza Cattedrale, apre il cartellone musicale allestito dall’associazione culturale Dromos: protagonista Gregory Porter, una delle più intense voci maschili del jazz contemporaneo. 
 
Accompagnato da Tivon Pennicott al sassofono tenore, Chip Crawford al pianoforte, Ondrej Pivec all’organo hammond, Jahmal Nichols al basso e Emanuel Harrold alla batteria, il cantante di Los Angeles arriva al festival Dromos reduce dalla vittoria ai Grammy Awards nella categoria “Best Vocal Jazz Album”, lo scorso gennaio, con “Take me to the alley“, il suo quarto disco (e il secondo per la Blue Note), registrato un anno fa a maggio. Un alloro che aveva già conquistato tre anni prima con “Liquid Spirit” (un milione di copie vendute nel mondo e oltre venti milioni di streaming, disco di platino in Gran Bretagna e Germania, disco d’oro in Francia, Paesi Bassi e Austria). 

Quarantacinque anni, un’infanzia difficile, sostenuta però dalla passione per la musica e per la voce di Nat King Cole, Gregory Porter esordisce nel 2010 con l’album “Water“ che gli vale la prima nomination ai Grammy come “Best Jazz Vocal”, fatto eccezionale per un disco d’esordio. I singoli 1960 What? e Illusion, scalano le classifiche in America e in Europa. La consacrazione arriva nel 2012 con il secondo album “Be Good“, con cui si aggiudica una nuova nomination ai Grammy, questa volta come “Best Traditional R&B Performance”. Con una voce che sa essere carezzevole e decisa, calda e avvolgente, Gregory Porter è stato definito da Wynton Marsalis, con cui si esibisce spesso a New York, “un cantante fantastico”; intervistata dal magazine americano JazzTimes, Dee Dee Bridgewater l’ha invece elogiato così: “Non abbiamo avuto un cantante come lui per lungo tempo”. Tra i nomi di coloro che Porter cita come propri punti di riferimento ci sono Nat King Cole, Joe Williams e Donny Hathaway: il suo stile vocale è stato plasmato dall’esempio di questi cantanti, ma la sua personale visione del mondo carica tutti i brani di una tale intensità emotiva da rendere ogni esecuzione estremamente potente e unica.
 
Parte dell’incasso della serata di domani (martedì primo agosto) a Oristano, con biglietti a 25 euro più diritti di prevendita (in platea numerata), verrà devoluto alla Curia Arcivescovile di Oristano per il restauro di due sculture in legno risalenti al Settecento: la statua di San Michele Arcangelo ospitata nell’omonima cappella della Cattedrale, e quella di Sant’Archelao, patrono di Oristano, esposta nel Museo Diocesano Arborense. Il concerto di Gregory Porter rientra anche nel cartellone di Rete Sinis, in corso dal 14 luglio e fino al 19 agosto in alcuni dei luoghi più suggestivi dell’Oristanese, come l’Anfiteatro di Tharros a Cabras e il Parco dei Suoni di Riola Sardo, per l’organizzazione di Dromos, Sardegna Concerti, Le Ragazze Terribili e dell’Associazione Insieme per Riola.
 
La serata musicale è preceduta, alle 19.30 alla Pinacoteca comunale Carlo Contini dall’inaugurazione di “The Brig“, altra mostra (insieme a quelle che si aprono lunedì 31 luglio: “Identity bodies” allestita all’Hotel Mistral 2, e “Infiniti invisibili“, quattordici scatti di Pierluigi Colombini in esposizione al Centro di Salute Mentale) in sintonia col tema di questa edizione di Dromos che si riconosce sotto il titolo “Prigioni“. Prigioni intese come condizione esistenziale, spirituale e culturale più che fisica. Curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, e coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura e dal festival Dromos in collaborazione con AskosArte, col contributo della Fondazione di Sardegna, “The Brig” espone opere di importanti artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo: Romina Bassu, Filippo Berta, Leonardo Boscani, Giusy Calia, Angelo Cricchi, Gianni De Val, Daniele Duo’, Daria Endresen, Elisabetta Falqui, Daniela e Francesca Manca, Tonino Mattu, Michele Mereu, Gianni Nieddu, Sabrina Oppo, Quartierino Blatta (Paola Porcu e Tania Zoccheddu), Ivan Pes, Egle Picozzi, Claudia Spina e l’autore della fotografia scelta come immagine del manifesto del festival, Juha Arvid Helminem, che sarà presente al taglio del nastro.

Nella mostra vengono affrontati, col linguaggio polimorfo e dissonante dell’arte contemporanea, i temi legati alle nostre prigioni, mentali prima che fisiche, ai nostri recinti nei quali ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, decide di entrare quotidianamente fino a rimanerne sopraffatto. “Alla ricerca artistica – scrive Ivo Serafino Fenu – il compito di evocare una condizione di schiavitù o detenzione che non necessita di un reato, che racconta di folle apparentemente libere ma nella sostanza prigioniere, che descrive pregiudizi, fobie, idiosincrasie, processi interiori e sociali capaci di farci schiavi, meccanismi messi in atto quotidianamente che finiscano per renderci succubi delle situazioni, di persone e di beni materiali dei quali ci circondiamo. Si tratta di catene materiali e spirituali delle quali, troppo spesso, non possiamo o non vogliamo liberarci, di celle claustrofobiche e coercitive, proiezioni delle nostre paure dell’essere e del sentirci liberi”. 
 
“La follia, il manicomio o la prigione in sé – sottolinea Chiara Schirru – non producono certamente arte, generano, anzi, sofferenza, ma in alcuni casi l’opportunità dell’esperienza si lega indissolubilmente all’immaginario artistico, il contatto con questa realtà dolorosa, e allo stesso tempo autentica e intensa, priva di filtri e ipocrisie, accende percezioni non ordinarie, diventa Rivelazione che conduce a un tempo infinito, luogo dei sentimenti percepiti nella loro eternità”.
 
La mostra “The Brig“ resterà aperta al pubblico fino al primo ottobre, dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 16.30 alle 20. Martedì primo e 8 agosto è previsto un prolungamento dell’orario di apertura serale dalle 18 fino alle 21.30 Dall’11 settembre il centro d’arte comunale osserverà gli orari invernali. Visite guidate su prenotazione telefonando al numero 0783310490).
 

Tags: dromosoristano
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